venerdì 24 dicembre 2010

mercoledì 15 dicembre 2010

Lascia un messaggio a Silvio.

Dopo aver sventato con la doppia fiducia al Senato e alla Camera il colpo di mano tentato da Fini e dagli altri oppositori, a tuo avviso come dovrebbe agire il nostro premier?

Puoi dare il tuo suggerimento a Silvio in due modi:

a) rispondendo al
nuovo focus group

b) lasciando il tuo suggerimento nei commenti a questa notizia

Grazie per il tuo contributo.

Alla prossima,

on. Antonio Palmieri
responsabile internet PDL

martedì 14 dicembre 2010

Vince Berlusconi!

A Montecitorio finisce 314 a 311, con due astenuti. Decisivi i voti di Calearo, Scilipoti e Cesario, oltre alle due defezioni all'interno di Fli Moffa e Polidori. Più ampio il vantaggio al Senato dove l'esecutivo ha ottenuto la conferma con 162 si e 135 no.

Intervento Berlusconi.

"sono certo che ciascuno di voi, nel proprio intimo e nella propria coscienza, sa che l'attuale Governo non ha affatto demeritato, non ha affatto tradito il mandato del popolo sovrano.

Sono assolutamente convinto, infine, che ciascuno di voi sa che qualunque dissenso è legittimo, che qualunque critica è possibile, ma la rottura no, la sfiducia al Governo no, la divisione del campo dei moderati no!

Tutto si può dire e tutto si può fare, ma non progettare un'alleanza con la sinistra in questa legislatura, camuffata da un Governo di transizione, e neppure unire i propri voti a quelli dell'opposizione, sommando grottescamente i voti sottratti al Popolo della Libertà a quelli del Partito Democratico e dell'Italia dei Valori.".

Queste le parole con le quali Silvio ha concluso il suo discorso al Senato.

Faranno breccia nella mente, nel cuore, nella coscienza dei parlamentari di Futuro e libertà?
Lo sapremo con certezza domani. Se vuoi commentare il discorso del premier,
puoi farlo qui e se vuoi dire la tua sull'esito dell'appello ai finiani, rispondi al nstro nuovo focus group.
Grazie per la tua attenzione e per il tuo sostegno.

on. Antonio Palmieri
responsabile internet PDL

venerdì 10 dicembre 2010

Sì al Governo Berlusconi!

Ti segnalio l'evento: Sì al Governo. Partecipa alla manifestazione regionale.

Come da indicazioni del Coordinamento Nazionale de Il Popolo della Libertà, anche sul nostro territorio risponderemo con un’intensa attività di mobilitazione a sostegno delle azioni del Governo Berlusconi.

Per la giornata di domenica 12 dicembre ogni Provincia dovrà garantire una presenza del PdL, con la predisposizione di gazebo di raccolta firme, nelle principali piazze cittadine.

La manifestazione regionale “CONFERMA IL TUO SÌ AL NOSTRO GOVERNO”, alla quale saranno presenti quadri, eletti, componenti del Governo e delle Giunte di tutta la Lombardia e che sarà aperta a iscritti e simpatizzanti, è prevista per VENERDÌ 10 DICEMBRE ALLE ORE 18.00 PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI BRESCIA (VIA L. EINAUDI N. 23)

Alla manifestazione regionale parteciperanno i Ministri Mariastella Gelmini e Ignazio La Russa, il Presidente del Gruppo Parlamentare al Senato Maurizio Gasparri, il Sottosegretario alle Infrastrutture Mario Mantovani, il Sottosegretario allo Sviluppo economico Stefano Saglia, Coordinatore e Vice Coordinatore della Lombardia Guido Podestà e Massimo Corsaro, Coordinatore e Vice Coordinatore Provinciali Viviana Beccalossi e Giuseppe Romele.

Saranno altresì presenti gli Assessori regionali Carlo Maccari, Stefano Maullu, i Consiglieri regionali Franco Nicoli Cristiani, Mauro Parolini, Margherita Peroni, Carlo Saffioti, il Sottosegretario regionale Roberto Cavalli e numerosi eletti del PdL Lombardo.

Certi che, vista la situazione politica attuale, comprenderete l’importanza di una nutrita rappresentanza di tutte le provincie lombarde, confidiamo in un impegno da parte vostra per garantire la presenza almeno degli eletti e dei dirigenti del vostro territorio.

Per informazioni logistiche potete contattare il Coordinamento Provinciale di Brescia ai numeri 030/394873 (Francesca) e 030/2452059 (Graziella).

A presto

venerdì 3 dicembre 2010

giovedì 2 dicembre 2010

Per il Governo o per le elezioni.

Caro Gabriele,

noi siamo “Il Governo del fare”. Lo abbiamo dimostrato anche in queste ultime difficili settimane, lavorando per portare a compimento i cinque punti di programma sui quali abbiamo avuto la fiducia alla fine di settembre, conseguendo importanti successi in politica estera, intervenendo, tra mille difficoltà, per risolvere la nuova emergenza rifiuti di Napoli, approvando alla Camera la riforma dell’università.

Lasciamo agli altri le manovre e gli agguati di palazzo. Lasciamo agli altri le chiacchiere e le polemiche inutili. Noi continuiamo a lavorare e a cercare di comunicare ai cittadini le cose realizzate dal governo.

Per questo oggi sono lieto di annunciare nuove iniziative volte a informare direttamente i nostri sostenitori e tutti coloro che vogliono sapere la verità.
1. E’ online la nuova, rinnovata, aggiornata e interattiva versione del sito
www.governoberlusconi.it, per conoscere in tempo reale tutte le cose fatte dal governo e la relativa pagina su Facebook.
2. Da lunedì è disponibile il nuovo servizio per iPhone e iPad “Le news del Governo del fare”, scaricabile gratuitamente on line, per avere ogni giorno informazioni, commenti e notizie sull’attività di governo.
3. In Forzasilvio.it sono attive nuove possibilità di mobilitazione attraverso il passaparola via e-mail dei materiali che illustrano l’attività del governo.

Sono in fase di completamento il libro che spiega le realizzazioni della prima metà della legislatura e un servizio di news per tutti i cellulari “intelligenti”.
Useremo tutte queste iniziative per comunicare sempre meglio quanto abbiamo fatto e continueremo a fare. Se il 14 dicembre non avremo una forte e consistente fiducia e ci sarà impedito di continuare a governare, useremo queste iniziative nella prossima campagna elettorale. Saranno un esempio della “moralità del fare” che è il marchio del nostro stare in politica e che consiste essenzialmente nel rispettare il programma e nel non tradire il mandato avuto dagli elettori.

Grazie per il sostegno, l’impegno e la vicinanza che tutti i sostenitori riuniti in www.forzasilvio.it mi stanno dando in queste settimane. È corroborante per me e di buon auspicio per le impegnative settimane che ci attendono.


mercoledì 1 dicembre 2010

Fli incomprensibile, prima sale sui tetti e poi loda la riforma Gelmini

"Granata, mostrando la propria subalternita’ alla sinistra piu’ becera dell’Occidente, scala i tetti dell’universita’ per solidarizzare con chi contesta la riforma Gelmini e poche ore dopo Fini definisce la stessa riforma il miglior atto della legislatura".
Lo ha affermato in una nota Massimo Corsaro, vicepresidente dei deputati del Pdl. "Si avvicina il 14 dicembre Briguglio giura che Fli votera’ la sfiducia, Moffa sostiene di lavorare per rafforzare il centrodestra e ora Raisi dichiara che starebbero pensando all’astensione. Nella miglior tradizione dei neofiniani, su ogni argomento si sostiene tutto ed il suo contrario. Ricordiamo non senza rimpianto una stagione neanche cosi’ lontana in cui Fini e i suoi accoliti contestavano il ’ma-anchismo’ di Veltroni come esempio di una politica vecchia e inconcludente. Purtroppo, la loro deriva sinistra li ha portati a superare i cattivi maestri anche nei peggiori difetti".

lunedì 22 novembre 2010

Bocchino lancia la battaglia sul marchio? Ma stiamo scherzando?

La guerra si sposta sul "marchio registrato" si legge sui giornali. Bocchino vuole vietare a Berlusconi di usare nome e simbolo del Pdl. "Simbolo e nome del Pdl sono in comproprietà con Fini e non può usarli". Ma sul sito ufficiale della Ue che tutela marchi e brevetti registrati in Europa accanto al marchio Popolo della Libertà è scritto: "Nome del titolare: Silvio Berlusconi". Così è, anzi ai marchi del Pdl (plurale), perchè ce ne sono cinque versioni, con diciture leggermente diverse, ma tutti intestati al premier. Ma Bocchino non si arrende: "C’è un atto siglato davanti al notaio Bacchetti in cui si evince chiaramente che il titolare del simbolo del Pdl è Berlusconi, ma che lui stesso ha ceduto l’utilizzo del simbolo e del nome all’associazione del Popolo della Libertà della quale fa parte Gianfranco Fini". Insomma, per il capogruppo di Fli a Montecitorio non ci sono dubbi sulla titolarità del simbolo, che appartiene al Cavaliere. Ma ci sono dei vincoli per il suo utilizzo: "Fino al 31 dicembre del 2014 non lo può usare senza il consenso di Fini visto che secondo l’atto costitutivo dell’associazione del Pdl serve l’unanimità di un organo in cui oltre a Fini sono presenti altri due esponenti del Fli: questo c’è scritto nell’atto firmato davanti al notaio".

Questo è veramente il colmo! Bocchino (così precisino…) non ha notato una stortura sul fatto che esponenti del nuovo Fli accampino pretese sul vecchio Pdl? Cioè che esponenti di un partito neo-costituito rivendichi titolarità su un partito di cui non fanno più parte? Secondo la logica delle cose una volta dimessi da una qualsiasi associazione (soprattutto politica) se ne perdono tutti i diritti. E’ come se un membro della bocciofila della parrocchia una volta dimessosi volesse ancora influire sulla bocciofila stessa. E’ un contro senso! Se lo stesso Bocchino ha ammesso che la titolarità del simbolo appartiene a Silvio Berlusconi cosa vuole ancora dal Pdl da dimissionario quale è?

Il paradosso semmai da contestare è il caso Fini, che è (primo nella storia della Repubblica) cofondatore di due partiti coesistenti. Fini non può continuare ancora per molto a tenere un piede in due scarpe. O è iscritto al Pdl o è iscritto al Fli e se si ritiene iscritto al Fli non ha più alcun diritto sul Pdl, sul marchio, sul nome, ecc., ecc.

mercoledì 17 novembre 2010

Assemblea a favore del Governo Berlusconi.


Le contraddizioni di Futuro e Libertà

1. Il governo avrebbe disgregato la coesione sociale del Paese: perfino i sindacati hanno riconosciuto esattamente il contrario (i 35 miliardi di ammortizzatori sociali che hanno tenuto legati i lavoratori alle aziende in crisi ne sono la prova lampante).

2. Identità nazionale da preservare: i parlamentari di Fli hanno presentato un disegno di legge con la sinistra per svendere la cittadinanza italiana agli immigrati.

3. I cinque punti per il rilancio del governo che Fli ha votato compattamente alle Camere poche settimane fa vengono rinnegati, ponendo altre condizioni sulle quali si potrebbe tranquillamente discutere se non fossero palesemente pretestuose;

4. Fini ha chiesto le dimissioni di Berlusconi ma non si è minimamente posto il problema insieme politico e istituzionale di un presidente della Camera che chiede la crisi di governo, novità assoluta nella storia della Repubblica (e probabilmente anche del Regno).

5. Fini ha definito "una vergogna" l’attuale legge elettorale che lui stesso votò.

6. Si dicono bipolaristi e stanno per fondare il terzo polo con Casini e Rutelli.

7. Invocano un patto sociale allargato alla Cgil, come se il ministro Sacconi non ci avesse ripetutamente provato in questi due anni, ricevendo sempre come risposta dei no ideologici.

8. Il manifesto di Futuro e Libertà è quello di una forza tendenzialmente di sinistra, che ha totalmente cancellato la tradizione della destra italiana.

9. Dicono di essere un partito nuovo e adoperano modi e tattiche della prima Repubblica, come ad esempio il rimettere il mandato nelle mani di un leader di partito, come fatto dalla delegazione di governo finiana.

10. Dicono di essere di centrodestra e vogliono abbattere il premier e il governo scelto dagli elettori di centrodestra e con il quale hanno governato fino a venerdì scorso.

lunedì 15 novembre 2010

Premier sfida il Colle.

Silvio Berlusconi è tornato a farsi sentire. Il premier ha telefonato alla manifestazione del Pdl a Milano e ha rilanciato l'ipotesi di sciogliere solo la Camera, nel caso in cui a Montecitorio venisse votata la sfiducia. Ipotesi che ha scatenato le opposizioni e Fli. Italo Bocchino ha attaccato: "E' solo un escamotage, ed è preoccupante". E oggi, i ministri di Fli lasceranno il governo come annunciato. Ma il Fli ha paura: e se in Aula le colombe non tradiscono Silvio? I finiani e l'Udc preferirebbero (furbi!) le dimissini del premier perchè quello di giustizieri del governo è un ruolo scomodo. Il premier, comunque, ha ribadito l'intenzione di voler iniziare la verifica al Senato, nonostante le proteste che sono arrivate anche dall'Udc. "Andremo avanti a governare con una fiducia che ci verrà data al Senato - ha detto il premier - che penso ci verrà data anche alla Camera, e se ci dovesse essere una fiducia che non c'è alla Camera benissimo, si andrà a votare per la Camera stessa dei deputati e vedremo che cosa decideranno gli italiani".

SILVIO NON MOLLARE!

domenica 14 novembre 2010

La sferzata di Marina a Bocchino.

La frecciata è di quelle velenose. E per essere sicuro che le tossine facessero effetto, l’onore­vole Italo Bocchino l’ha ripetuta due volte davanti alle telecamere di Annozero . Si parlava delle dimissioni dei finiani al governo che arriveranno domani, per «ga­lateo istituzionale»: così si è capito quanto Futuro e libertà tenga alle buone maniere, come siano beneducati i suoi mi­nistri che, prima di pugna­­larlo, aspettano che il pre­mier rientri dall’Estremo Oriente e trascorra (augu­rio bocchiniano) «una do­menica in famiglia ad Arco­re e una serata con Lele Mo­ra ». Michele Santoro non credeva alle sue orecchie: «Battute così non ce le sia­mo mai consentite nemme­no Travaglio e io». Ma il veleno vero stava nella coda. Il braccio armato di Fi­ni ha spiegato che si dimettevano per­ché «Berlusconi ha detto: Palazzo Chigi è mio, l’ho costruito io, lo devo lasciare a Piersilvio e Mari­na ». Replicato due volte a distanza di pochi minuti per cer­tificare l’effetto. Nessuno nello stu­dio di Annozero ha raccolto l’accosta­mento del Cavaliere ai monarchi che ce­dono il trono in li­nea di sangue. È sta­ta invece la stessa Marina Berlusconi a reagire. L’ha fatto ieri in un breve dia­logo con l’agenzia Ansa. «Si è trattato di una battuta di pes­simo gusto, come del resto quasi tutto quello che dice l’onorevole Bocchi­no - ha ribattuto il presidente di Finin­vest e Mondadori, oltre che consiglie­re di Mediobanca - ; comun­que, battuta per battuta, ri­spondo che mio padre di ca­se ne ha già abbastanza, e che oltre tutto se le è pagate con il frutto del suo lavoro e con i suoi soldi, e non con quelli dei propri elettori e del partito». Ogni riferimen­to a Montecarlo è puramen­te voluto. Replica sferzante, che stronca la strampalata ipo­tesi di una successione per via ereditaria alla guida del Pdl.
Ma­rina è sempre stata accanto al padre, in famiglia e in azienda. Ne ha seguito le or­me nella carriera professio­nale, come manager del gruppo e in Mondadori. E negli ultimi mesi, con il sus­seguirsi degli scandali a sfondo sessuale e dopo la rottura del rapporto con Ve­ronica Lario, la primogeni­ta di Silvio Berlusconi si è messa alla testa dei quattro fratelli in sua difesa.
Continua dicendo: «C’è un’aria irrespirabile, l’op­posizione si fa con dossier e pettegolezzi. Un pezzo di Italia, piccolo ma pericolo­so, non riesce ad accettare il fatto che la maggioranza degli italiani vuol essere go­vernata da Silvio Berlusco­ni». Convinzione ribadita lo scorso settembre, dopo lo strappo di Gianfranco Fini e la disputa sollevata da al­cuni autori Mondadori: «Fi­ni ha accusato mio padre di stalinismo, ma in quanto ad assolutismo è lui a poter vantare innegabili frequen­tazioni. Siamo a Segrate da vent’anni, paghiamo 2,2 mi­lioni di euro di imposte al giorno: se la casa editrice è così, non lo è “nonostante” la famiglia Berlusconi, ma anche grazie al nostro esse­re liberali. Basta con l’eroi­smo a tassametro». In quel­l’occasione Marina rilan­ciò la polemica contro De Benedetti, imprenditore che «predica bene ma razzola male, malissimo», edi­tore di «un quotidiano che in fatto di editoria plurali­sta e liberale ha ben poco da insegnare». Un argine a tutto campo, una difesa de­cisa e convinta, tutt’altro che d’ufficio. L’allusione di ieri a Montecarlo segna una nuova tappa. «Mio padre si è sempre compor­tato allo stesso modo: reagi­re, andare oltre, costruire e guardare avanti».

Onoriamo il mandato del popolo.

In nessun paese europeo si sta discutendo del modo più bizantino o più furbo per far cadere un governo. In nessuno dei paesi tuttora alle prese con una crisi economica mondiale non ancora risolta, chi fa parte di una maggioranza o addirittura dei vertici istituzionali dello Stato sta studiando le mosse per congegnare crisi al buio, volte non a rafforzare ed accelerare le decisioni tempestive che la situazione e la responsabilità richiede, ma a disegnare futuri e futuribili nuovi scenari nell’interesse della politica dei partiti, e soprattutto di una parte.
Più semplicemente, in nessun paese si tenta di sostituire una maggioranza eletta con una minoranza sconfitta.


E’ davvero questo che si vuole per l’Italia? Di sicuro non lo vuole Silvio Berlusconi. Ha ricevuto un mandato a governare dalla maggioranza dei cittadini – mandato più volte confermato in varie consultazioni amministrative ed europee – ed ha l’intenzione di onorare quel mandato. Non sarà il premier a lasciare il Paese senza guida ed esposto alle speculazioni dei mercati, a rischiare di fare dell’Italia una nuova Grecia o una nuova Spagna. Quella delle crisi di governo “pilotate”, dei cambi in corsa delle maggioranze passando non per il Parlamento ma per i comizi di piazza e quindi per le anticamere dei palazzi, è una vecchia pratica che risale ai tempi di quando i partiti contavano più dei cittadini. Ma è anche e soprattutto un’illusione. Un calcolo sbagliato. Inoltre una tentazione che va contro ogni buon senso e rispetto istituzionale, e stupisce che venga dalla terza carica dello Stato, dal presidente della Camera che dovrebbe essere un garante (anche severo, ma garante) e non una parte pesantemente in causa. Un arbitro o un assistente di linea, non un giocatore che interviene a gamba tesa.


Il senso di responsabilità, soprattutto in questo momento, è ben altra cosa. Il senso di responsabilità è innanzitutto governare, perché questo è ciò di cui ha bisogno l’Italia. E’ ciò che chiedono le forze sociali, i lavoratori e gli imprenditori, ed anche i mercati che stanno in agguato sui nostri conti pubblici. La settimana scorsa due agenzie di rating, Standard & Poor’s e Ficht, hanno entrambe confermato il buon giudizio sulla nostra situazione economica, una pagella che, secondo S&P potrebbe addirittura essere rivista al rialzo (caso pressoché unico nel mondo) a condizione che l’Italia vada avanti nella stabilità politica e nel processo di riforme. Esattamente il contrario di ciò che abbiamo ascoltato ieri. Il senso di responsabilità è approvare la legge finanziaria - che si chiama non a caso proprio “di stabilità” - ed il piano di riforme 2020, quei due impegni che l’Europa ci chiede e che a Bruxelles dobbiamo inviare entro il mese di novembre.


Il senso di responsabilità, per noi e per l’intera Unione europea e la sua moneta, è concludere il duro negoziato sulle nuove regole finanziarie, che è l’argomento che tiene banco in tutto il mondo.
Il senso di responsabilità, inoltre, impone di portare tutto – cose da fare, leggi da discutere, accordi e disaccordi – in Parlamento, perché è solo quello il luogo deputato a comporre e scomporre maggioranze, è solo lì che possono o non possono cadere i governi, e soprattutto è solo lì che i fatti avvengono alla luce del sole. Rispondendone agli elettori, ai cittadini, ai contribuenti, alle forze sociali.


Qualcuno, in Parlamento, non in un comizio, dovrà a quel punto spiegare perché il capo del governo dovrebbe lasciare il proprio posto, e quindi venir meno alle proprie responsabilità, solo per una manovra di corridoio politico, proprio mentre la situazione economica e sociale richiede l’esatto contrario: di fare il lavoro per il quale gli italiani ci hanno designato. Se non lo si fa, se si indicano – anzi, si pretendono di imporre con ultimatum – vie traverse e oscure, si cerca di fuggire sia dalle responsabilità, sia dalla chiarezza, sia dalla realtà. Si viene meno al dovere più elementare dei politici, dei ministri e degli eletti: rispondere delle proprie azioni. Non ai propri simpatizzanti, ma al Paese e all’intero corpo elettorale. Ed in questo caso gli italiani, che non sono certo insensibili, avranno occhi per vedere, orecchie per capire, e soprattutto testa per giudicare. Con il loro cervello, non con quello altrui.

sabato 13 novembre 2010

Perché Berlusconi si deve dimettere?

Ma perché Silvio Berlusconi dovrebbe dimettersi? Perché l’ha chiesto, ad AnnoZero, Italo Bocchino, con queste testuali parole: "Silvio Berlusconi ritiene di avere costruito lui Palazzo Chigi e vuol lasciarlo ai figli Marina e Piersilvio"? Perché domenica scorsa in un comizio a Bastia Umbra il presidente della Camera ha invocato (anzi, intimato) un percorso bizantino di crisi "pilotata", con dimissioni del premier, allargamento della maggioranza all’Udc, reincarico allo stesso Berlusconi, nuovo governo con nuovo programma "da discutere"?

Se questa è la correttezza costituzionale e istituzionale di un partito appena fondato dalla terza carica dello Stato, siamo fuori da ogni prassi della Costituzione, che prevede le dimissioni del capo del governo – e di conseguenza dell’intero esecutivo – in due casi: se viene meno la fiducia in Parlamento, a seguito di un voto di sfiducia; o volontarie da parte del presidente del Consiglio, e in questo caso è prassi che il Quirinale rinvii sempre alle Camere il governo perché in Parlamento sia sanzionata la sfiducia.
Il governo non è – e la Costituzione lo impedisce – una sorta di albergo con le porte girevoli. Chi occupa una carica di rilievo nelle istituzioni dovrebbe saperlo, come chi, a cominciare dalla sinistra, ha sempre agitato il vessillo della difesa della Costituzione.

La realtà è che tutti, dalla sinistra a Fli, temono che una crisi di governo secondo Costituzione porti alle elezioni anticipate, che potrebbero essere impietose nei confronti di chi ha provocato la crisi.

Come è stato detto perfino in un talk show che ha fatto dell’antiberlusconismo la ragion d’essere, emerge che quella contro Berlusconi è "una fronda di palazzo", e che i frondisti risultano per quello che sono, cioè degli irresponsabili.

Da qui si torna alla domanda iniziale. Perché Berlusconi dovrebbe dimettersi? Il 29 settembre ha ottenuto dal Parlamento una fiducia larghissima su un programma di riforme economiche e sociali. Qualcuno che l’ha votato ha cambiato idea? Lo dica. Per la verità Fini qualcosa ha accennato: "I cinque punticini di Berlusconi…". Allora, se quei cinque punti erano solo punticini, i finiani possono andare in Parlamento e certificare che un mese e mezzo fa si erano sbagliati.

Se invece il motivo è diverso, cioè che nella maggioranza c’è chi vuol passare dall’altra parte, con la sinistra, certifichi questo suo ribaltone.

Perché Berlusconi dovrebbe dimettersi? Berlusconi è a palazzo Chigi non perché "l’abbia costruito lui", ma perché ce l’hanno mandato gli elettori e perché il Parlamento gli ha confermato la fiducia. La situazione economica italiana e mondiale, le cose fatte e da fare, sono tali da indurre un capo di governo e piantare a metà il proprio lavoro per consentire giri di valzer parlamentari?

In questa situazione economica non esiste in nessuna parte del mondo un governo che si dimetta per giochini di palazzo. I governi, tutti quelli del G 20 che ieri erano riuniti a Seul assieme a Berlusconi, governano e se ne assumono le responsabilità.

Berlusconi non ha detto che non si dimetterà a nessun costo, come sostengono taluni frondisti. Ha detto che lo farà se gli verrà meno la fiducia parlamentare, secondo prassi costituzionale. Ma nessuno, di quelli al lavoro su governi tecnici e ribaltonisti, ha il coraggio di mostrarsi per quello che è: uno che, anziché al Paese, pensa a ordire manovre. E poi dicono che lo fanno nell’interesse dell’Italia.

La storia si ripete. Ogni volta che ha legittimamente vinto le elezioni e ricevuto un mandato popolare, si cerca di "mandare a casa" Berlusconi. Non sconfiggerlo politicamente o sulle cose concrete: "mandarlo a casa". E’ accaduto nel ’95, la storia si è ripetuta nei 15 anni successivi. Per "mandare a casa" Berlusconi si sono coalizzate tutte le forze di sinistra, con il contributo costante delle procure. Si è fatto appello a tutto, dai veleni personali alle alluvioni. I governi che lo hanno sostituito erano talmente forti e credibili che una volta ne sono caduti cinque in cinque anni, e l’altra volta due in due anni.

Solo così si è mandato a casa Berlusconi. Ora, a quanto pare, ha deciso di dare una mano anche il presidente della Camera.
Abbiamo già detto che è paradossale che una carica istituzionale, anziché fare da arbitro, si getti nella mischia, commetta falli e tiri pure il rigore. Dovrà pure spiegare, ai suoi elettori, perché la "nuova destra" non vede l’ora di allearsi con la sinistra. Ma dovrà spiegarlo lui, non pretendere che un premier pienamente legittimato si faccia cortesemente da parte, per mere ragioni di potere altrui.

venerdì 12 novembre 2010

Ruby: "Silvio non e mio amico!"

Ruby, la protagonista dello scandalo che ha coinvolto il presidente del Consiglio, è tornata sotto le luci dei riflettori. Ieri sera, infatti, la ragazza marocchina è stata la madrina della serata all'Albikokka, locale di Genova di cui si festeggiava il quinto compleanno. E' arrivata a bordo di una Ferrari 430 rosso fiammante guidata da un amico e dall'alto del suo tacco 12 ha messo in chiaro: "Silvio non è un mio amico". Ha detto poi di aver accantonato il sogno di diventare carabiniere e annunciato che forse si trasferirà in Sicilia per insegnare danza del ventre.

Durante la serata, la ragazza che ha raccontato di presunti festini a sfondo sessuale a casa del premier ad Arcore ha detto: "Sono andata in questura per chiedere la cittadinanza, ma so che non me la daranno mai". Per questo, ha spiegato: "Dovrò rinunciare al sogno di fare il carabiniere".

Ma a Karima El Mahrouk, alias Ruby Rubacuori, le alternative certo non mancano visto che è molto richiesta in Italia e all'estero. Ma lei sembra avere altro per la testa: "Voglio andare a Catania, mi hanno offerto di insegnare la danza del ventre in una scuola di ballo. E io la danza del ventre la conosco bene anche se non sono egiziana ma marocchina: l'ho imparata da mia madre". Un riferimento, neanche troppo velato, alla ormai famosa telefonata che il premier avrebbe fatto in questura a Milano raccontando che era la nipote di Mubarak.

Milano non le piace più, ha detto: "Arrivi che sembra l'America ma ti chiedono sorrisi finti e compromessi. Meglio una vita tranquilla". Eppure ieri sera ha sfoggiato un griffatissimo abito turchese Yves Saint-Laurent. "Un regalo di compleanno di amici" ha spiegato, e qualcuno ha azzardato: "Anche di Silvio?", secca la risposta: "Silvio non è mio amico!".


Governo verso la crisi?

Lunedì Fli ritira la delegazione. Berlusconi: io resto.Il premier lascia il G20 di Seul evitando la conferenza stampa con i giornalisti italiani. Bossi ha fallito nella mediazione con Fini. Il capogruppo Fli Italo Bocchino ha annunciato ad Annozero che la prossima settimana i finiani al governo presenteranno le dimissioni. Italo Bocchino, capogruppo Fli alla Camera, lo ha annunciato ieri sera ad Annozero: "Finora i nostri ministri non si sono dimessi per garbo istituzionale, Berlusconi è in Corea", ma "lunedì troverà sulla scrivania le dimissioni dei nostri membri del governo". Futuro e libertà, ha ribadito Bocchino, chiede "un nuovo programma, una nuova maggioranza allargata e una terza compagine governativa. Solo dopo aver valutato queste questioni si deciderà chi deve fare il presidente del Consiglio, che ora è l'ultimo dei problemi". E ha aggiunto che "se la prossima settimana ci sarà un voto di fiducia sulla manovra non parteciperemo al voto", spiegando che in questo modo Futuro e libertà intende consentire il via libera della Finanziaria, come chiesto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dando però un segnale a Berlusconi sulla evidente fine della maggioranza e le conseguenti necessarie dimissioni.

martedì 9 novembre 2010

Silvio non mollare!

La Lega, di fronte al precipitare degli eventi, pretende l'approvazione dei decreti sul federalismo. E nello stesso tempo ha chiesto a Berlusconi di attivare un ufficioso canale di comunicazione con Fli. Una missione diplomatica che sarà portata avanti da ambasciatori del Carroccio. Un tentativo non ostacolato dal Cavaliere, ma che lo trova comunque scettico.
Silvio Berlusconi, infatti, considera la proposta di Fini di dimettersi, una provocazione, soprattutto perché preceduta da un intervento che segnava di fatto il de profundis del berlusconismo. Tanto che, sfogandosi ad Arcore, il premier avrebbe rilevato i rischi di una crisi. Di più, messa in quei termini sarebbe "come mettermi davanti a un plotone di esecuzione", un plotone a suo dire composto da avversari politici e magistrati.
E d'altra parte i falchi Fli spingono per ottenere risposte dal premier entro due giorni, pena il passo formale del ritiro della delegazione e dello scenario più traumatico per il governo, il precipizio della crisi. Spinte contrapposte, insomma, in un clima di sospetti e di confusione fra e dentro le forze della maggioranza.

mercoledì 3 novembre 2010

l'affondo sui gay, solo una battuta?

L' "etero pride" della Santanché e i sospetti di Paolo Guzzanti, secondo cui la frase del Premier non è stata una gaffe. Silvio Berlusconi, con una battuta sui gay, riesce ancora una volta a spostare l'attenzione della politica dal caso Ruby ("Ho un problemino", ha scherzato il Premier) a veri o presunti attacchi omofobi.

La frase, lo sappiamo, ha fatto il giro del mondo e stavolta pochi lo hanno giustificato al cento per cento. Fa eccezione Daniela Santanché, ormai autocandidatasi a Christine O'Donnell "de noantri", che ha detto: "Sono certa che tutti i genitori italiani sperano di avere figli eterosessuali. Non trovo che ci sia nulla di sconcertante nel ragionamento del Premier. Premesso che i figli si accettano come sono con identico affetto, e che stimo molti omosessuali, è evidente che la speranza di una madre è quella un giorno di diventare nonna ed evitare ai propri figli le difficoltà di vita insite in una condizione omosessuale. Il resto è soltanto una ipocrita adesione a una visione della vita politicamente corretta".

Forse se in Italia ci fossero le unioni civili - che mancano anche per le coppie etero, beninteso - le "difficoltà di vita" di cui parla Santanché sarebbero attenuate. O no?

Mentre l'opposizione accusa Berlusconi di volgarità e sessismo, Paolo Guzzanti è più malizioso e non crede che la frase sia una gaffe, ma un appello agli elettori: "È una frase che ha una presa popolare e il messaggio è molto semplice: meglio puttaniere che frocio. Ed è un messaggio rivolto a tanti italiani, uomini e donne. Non dimentichiamo che i fan della sessualità selvatica, e selvaggia, di Berlusconi, sono gli uomini che vorrebbero avere i suoi soldi e le sue donne, ma anche le donne stesse. Non tutte, ovviamente, ma tante. Che dicono 'con i tempi che corrono almeno a questo piacciono le donne'. La battuta di Berlusconi aveva un obiettivo preciso". Forse quello di mettere in difficoltà Vendola? E quindi, per Berlusconi è lui - e non Bersani - l'avversario alle prossime elezioni?

Chiuso il caso Ruby.

Il colpo di scena arriva alle cinque di pomeriggio, in una Procura dove già si aggirano le donne delle pulizie. Ma è invece Edmondo Bruti Liberati, procuratore della Repubblica, a dare un brusco colpo di spazzolone ad un pezzo rilevante del «Rubygate», l’indagine nata dai racconti della giovane marocchina sulle sue frequentazioni nella villa di Silvio Berlusconi. Da giorni, sui giornali e in Parlamento non si parlava d’altro che della telefonata con cui Berlusconi, la sera del 27 maggio, intervenne sui vertici della questura milanese, dove «Ruby» - ovvero Karima Rashida el Marhug - era stata portata. Come è noto, andò a finire che la diciassettenne «Ruby» venne consegnata alla consigliera regionale del Pdl, Nicole Minetti. Un abuso, un trattamento di favore, una truffa perpetrata dalla polizia su ordine del capo del governo, all'insaputa della Procura dei minori? Niente di tutto questo, dice Bruti Liberati: «A conclusione delle indagini abbiamo accertato che la fase dell’identificazione, del fotosegnalamento e dell’affidamento della giovane marocchina furono correttamente eseguite». Fine.

martedì 2 novembre 2010

Direzione Nazionale PDL.

Giovedì 4 novembre alle ore 12.00, presso il Complesso Monumentale di Santo Spirito in Saxia (Borgo di Santo Spirito, Roma), si terra’ la Direzione Nazionale del Popolo della Libertà.

L’ordine del giorno prevede:

1) Analisi della situazione politica.

2) Iniziative del Partito, dei Gruppi Parlamentari e del Governo per l’attuazione del programma elettorale del prossimo triennio.

3) Schema e Regolamento Assemblee Regionali e Provinciali.

4) Tesseramento e Congressi Provinciali e Comunali.

5) Il progetto dei “Team della Libertà”.

6) Surroga di un componente del Collegio Nazionale Probiviri (art. 44 Statuto).

7) Varie ed eventuali.

INCROCIAMO LE DITA E CHE SIA LA VOLTA BUONA.

BUON LAVORO A TUTTI !!!

venerdì 29 ottobre 2010

martedì 26 ottobre 2010

Crisi evitata o nuova legge elettorale?

Certamente il nostro sistema elettorale ingessa il rapporto tra elettori e rappresentanti. Però, quando un braccio si rompe, ingessarlo è inevitabile. La riforma Calderoli rispose a una precisa esigenza della società: sottrarre la guida dell’esecutivo ai resti di un establishment allo sbando, a una magistratura tesa a imporre il suo incontrollato arbitrio, e a nomenclature (dall’ex MSI all’ex PCI) senza più radici ma incistate nel sottopotere locale e nazionale. Tra i trucchi di Pierferdinando Casini e le inesauste pensate di Gianfranco Fini, si è arrivati così tra il 2001 e il 2006 al sistema di voto attuale. Le alternative saranno possibili solo se si confronterà con sentimenti popolari di fondo che non paiono superati e non prevedono rese né ad elite né a toghe politicizzate né alle nomenclature. Preso atto di questa realtà, non sarebbe male, poi, se le soluzioni fossero le più semplici. Alcune proposte anche ingegnose, come quella di Angelo Panebianco sul sistema uninominale a due voti, sono baracche, come lo era il Mattarellum, un sistema maggioritario-proporzionale, che introducono una barriera rispetto alla gente più semplice. Forse la soluzione migliore è quella spagnola: collegi che eleggono pochi parlamentari, senza recupero nazionale, dando spazio così alle forze regionali e introducendo una semplificazione maggioritaria senza artifici. Il dubbio è che il sistema spagnolo per funzionare abbia bisogno della monarchia…

sabato 23 ottobre 2010

Berlusconi rinnova il Pdl.

«Bozza di delibera» e «Bozza di linee guida della Campagna congressuale 2010/2011». I due file, aggiornati a ieri mattina, rimbalzano tra le caselle di posta elettronica di ministri e deputati in vista dell’Ufficio di presidenza in programma domani sera a Palazzo Grazioli. Una riunione che dovrebbe dare il via alla stagione dei congressi, con quelli comunali che si terranno già «nei primi mesi del 2011».

Un appuntamento che nei giorni scorsi ha messo in subbuglio il partito, diviso non solo tra le «casate» degli ex An ed ex Forza Italia ma anche alle prese con scontri senza esclusione di colpi sul territorio (vedi Sicilia e Sardegna, ma anche Toscana, Lombardia e la lista potrebbe continuare). Ecco la ragione della girandola di colazioni, pranzi e cene «carbonare» degli ultimi mesi, occasioni per confrontarsi ma pure per contare le truppe. Tanto che il sempre prudente Paolo Bonaiuti ci tiene a dire che sarebbe meglio limitarsi a «un caffé alla buvette, di prima mattina e a mente fresca». Invece, anche stasera si punterà sul colesterolo, con due cene in due diversi ristoranti di Roma: vicino al Viminale l’area degli ex azzurri, dalle parti del Gianicolo quella degli ex aennini (ma quest’ultima potrebbe slittare). D’altra parte, nonostante la tregua imposta da Berlusconi, le incomprensioni restano tutte. E la decisione di lanciare la stagione congressuale è un modo per cercare di smorzare le polemiche visto che l’obiettivo dichiarato è quello di «garantire un peso determinante ai quadri dirigenti superiori».

Coordinatori regionali e provinciali, dunque, dovrebbero da ora in poi essere indicati da una «assemblea degli eletti». Cioè da chi sul territorio rappresenta il Pdl: deputati, senatori, europarlamentari, presidenti di Regione e di Provincia, consiglieri regionali, provinciali e comunali e sindaci. Con due accorgimenti. Il primo è quello del cosiddetto «voto ponderato», visto che a tutti gli eletti verrà attribuito un peso «in relazione all’importanza e alla rappresentatività della carica ricoperta in modo da assicurare a ciascuna categoria di eletti un peso adeguato all’interno dell’assemblea». Traduzione: se il voto di un deputato vale 100 quello di un consigliere circoscrizionale vale 10. Un meccanismo che di fatto dà un peso maggiore a chi ha rapporti più stretti con i vertici di via dell’Umiltà. Il secondo accorgimento, invece, è la soglia del 75% necessaria al candidato coordinatore regionale (non vale per il provinciale) per essere nominato. Se nessuno la raggiunge l’indicazione tra i tre che ottengono più preferenze spetta al presidente del partito. Cioè Berlusconi. Per i congressi comunali, invece, «avranno diritto di voto gli aderenti e gli associati» (quindi non solo gli eletti ma anche i tesserati).

È questa, dunque, la base dalla quale si è iniziato a discutere. Anche se è nota l’avversione di Berlusconi per un partito «pesante» e dove si va alla conta degli iscritti: il modo migliore, ha ripetuto decine di volte il Cavaliere, per creare correnti e centri di potere. Sulle nuove regole di ingaggio, poi, il confronto resta acceso anche nel partito. Se nel preparare le bozze i tre coordinatori nazionali - Denis Verdini, Ignazio La Russa e Sandro Bondi - hanno optato per una via di mezzo nella quale la partecipazione degli iscritti si ferma ai congressi comunali, gli ex colonnelli Maurizio Gasparri e Gianni Alemanno - ma anche Fabrizio Cicchitto - vorrebbero renderla decisamente più ampia, allargandola magari ai congressi provinciali. Non è un caso che i tre ieri abbiano avuto un lungo incontro sull’argomento. Anche se tutto resta in movimento, almeno fino a domani mattina quando il Cavaliere tornerà a Roma dopo la convalescenza per l’intervento al polso e vedrà i vertici del Pdl prima dell’Ufficio di presidenza convocato, non a caso, in serata.

martedì 19 ottobre 2010

La Mara verità.

La ministra a tutto braccio da Piroso invita Verdini, Dell'Utri & co. a fare un passo indietro. E "ammonisce" Tremonti. E se la coordinatrice unica del Pdl diventasse lei?

Di Mara Carfagna si può dire tutto, tranne che sia banale. Nel faccia a faccia con Antonello Piroso a Niente di personale, la ministra si toglie un po' di sassolini dalla scarpa e, soprattutto, parla con estrema chiarezza su alcune vicende, in particolare sulla "faida" all'interno del Pdl e sui casi Brancher, Cosentino, Verdini, Dell'Utri, ossia la "cassetta di mele marce" di cui ha parlato Giulio Tremonti.

Carfagna dice che anche per loro vale il principio della presunzione d'innocenza fino alla sentenza definitiva, tuttavia "in politica esiste anche un altro principio, che vuole che non soltanto ciò che non è lecito imponga di fare una riflessione sul mantenere o meno un incarico, ma ci sono determinate condizioni che impongono un'assunzione di responsabilità e, a volte, un passo indietro sarebbe anche un gesto che aiuterebbe a fare chiarezza e dissipare i dubbi che inevitabilmente rischiano di gravare sull'intera struttura di un partito". Traduzione: dimettetevi e ne beneficeremo tutti.

"Quanto devono faticare le donne", sospira a un certo punto Carfagna, che interrogata da Piroso sul commento che Tremonti avrebbe dato alle ministre (chiamandole "un po'isteriche") risponde: "dubito che Tremonti possa aver detto una cosa del genere, se l'avesse detto sarebbe poco simpatico: se un ministro uomo reclama risorse per fare al meglio il suo mandato, è un uomo responsabile che sa il fatto suo, se lo fa una donna, è un'isterica". Attento Giulio: Mara e Mariastella Gelmini sono sul piede di guerra. Entrambe stanno parlando all'unisono sui temi interni al partito ed entrambe ce l'hanno con te.

Carfagna è anche simpatica, quando ride dicendo a Piroso che "il problema è che purtroppo non mi chiedono più di fare servizi fotografici, l'età ormai avanza". Non avrebbe mai ironizzato fino a un paio d'anni fa sul suo passato. E durante l'intervista si è anche confessata dicendo di avere provato imbarazzo per essere stata "catapultata" nella politica, ma fino a un certo punto, ossia fin quando "ho imparato a misurarmi col consenso in condizioni non certo favorevoli". Dopo i 58mila voti presi in Campania, Mara è un'altra persona ed ora non fa sconti a nessuno. Secondo voi è pronta a fare la coordinatrice unica del Pdl?

mercoledì 13 ottobre 2010

Intervento di Bondi su "IL Giornale"

COSA NE PENSI?

"Sul modello organizzativo del partito, sono dell’opinione che il modello tradizionale fondato sulle tessere sia definitivamente tramontato e che sia necessario lavorare ad un impianto democratico che punti soprattutto alla valorizzazione degli amministratori locali che hanno raccolto il consenso degli elettori sulla base del proprio impegno sul territorio. Un partito quindi degli eletti a tutti i livelli, che abbiano dimostrato di superare la prova del consenso territoriale.

Riguardo alle questioni etiche e religiose, la mia posizione di cattolico si può riassumere nella necessità di stabilire un dialogo autentico tra credenti e cosiddetti laici, a partire dal valore della vita, senza tuttavia inseguire soluzioni assolute che non tengano conto della domanda di ascolto e di comprensione degli uomini e delle donne del nostro tempo.

Infine, la questione di un rinnovamento generazionale della classe dirigente. È una questione aperta. Ho fatto tanto dal momento in cui ho avuto la responsabilità della guida di Forza Italia, d’intesa costante con il presidente Berlusconi, per valorizzare i giovani, che non sarò certo io un impedimento, quando sarà necessario, all’assunzione da parte loro di ancora maggiori responsabilità politiche".

lunedì 11 ottobre 2010

I Team della Liberta'

Come ha ricordato ancora ieri sera il presidente Berlusconi nella sua telefonata alla festa PDL di Busto Arsizio, abbiamo dato il via ad una azione di comunicazione dei risultati del governo "che dovremmo far conoscere a tutti perché tutti possano sapere le cose che abbiamo fatto, non attraverso i falchi delle televisioni e dei giornali ma attraverso la verità dei fatti e dei numeri".
In molti mi hanno chiesto cosa sono i Team: si tratta di un progetto che vuole mettere in campo "un'organizzazione capillare di nostri Team in ciascuna delle 61.000 sezioni elettorali, composta ognuna da 300 famiglie. Nostri uomini e donne che possano contattare queste famiglie e spiegare qual è la realtà delle cose", come ha ricordato ieri Berlusconi.
Ti ringrazio per l'attenzione e, soprattutto, per quello che farai a sostegno del nostro presidente e di quanto sta realizzando, pur tra mille insidie e difficolta', il nostro Governo del fare.

Cordialmente,

on. Antonio Palmieri
responsabile internet PDL

mercoledì 29 settembre 2010

Tanti auguri Presidente!

Preso com'è da mille grattacapi forse non si ricorda che oggi ricorre il suo 74esimo anno di vita.
Grazie di esistere! Felice compleanno.
Silvio non mollare mai! Grazie per tutto quello che fai per noi e per la tua Italia.

martedì 28 settembre 2010

mercoledì 15 settembre 2010

Assemblea PdL della Lombardia

Ti segnalo l'evento: Assemblea PdL della Lombardia

Cara Amica, Caro Amico,
come saprai dal 25 settembre al 3 ottobre p.v. presso il Castello Sforzesco di Milano si terrà la Festa Nazionale de Il Popolo della Libertà.

A tale proposito, desideriamo invitarti a partecipare all’Assemblea del PdL della Lombardia che si terrà domenica 19 settembre p.v. dalle ore 10,00 alle ore 13,00 presso la Sala Congressi Corridoni, in Via Corridoni 16 a Milano, organizzata dal Gruppo Consiliare del PdL della Provincia di Milano.

Sarà anche l’occasione per un momento di confronto e di valutazione sull’attuale situazione politica e sull’impegno di tutti noi in previsione dei futuri impegni elettorali.

Ti preghiamo di non mancare all’incontro vista l’importanza degli argomenti trattati e con l’occasione ti inviamo i nostri più cordiali saluti.

Il Coordinatore - On. Guido Podestà

Il Vice Coordinatore Vicario - On. Massimo Corsaro



Data evento: 19/09/2010 dalle ore 10:00

Presso il seguente indirizzo:
Indirizzo: Via Corridoni 16
Città: Milano

martedì 14 settembre 2010

Dite ai giapponesi che la guerra è finita!

Si è svolta venerdì al parco La fontanella di Castel Goffredo la prima festa del Popolo della Libertà. Oltre 350 persone hanno partecipato alla cena di gala. Applauditissimo l’intervento dell’assessore regionale, Carlo Maccari, il quale, a conclusione del suo discorso, ha lasciato due simpatici impegni ai presenti. Il primo: «Cercate il centro-sinistra in modo da ritrovare un interlocutore; non sappiamo più dove sono finiti!». Il secondo, riferito ai malumori di alcuni personaggi all’interno del Pdl castellano non presenti alla festa. «Dite ai giapponesi - ha detto Maccari - che la guerra è finita! Le elezioni regionali sono finite e Forza Italia non c’è più e Alleanza Nazionale non c'è più: sono ormai due anni che c’è il Popolo della Libertà». Durante la serata, iniziata dall’inno di Mameli, sono state trasmesse, su due maxischermi, le immagini delle opere e dei traguardi compiuti, nei due anni e mezzo di metà legislatura, dall’amministrazione guidata dal sindaco castellano, Mauro Falchetti, che ha aperto la serata dedicando un minuto di silenzio in onore delle vittime dell’undici settembre. Nel suo intervento ha ricordato come ogni settimana, lui e la sua squadra, aprono e leggono il programma elettorale.

venerdì 10 settembre 2010

Grande Bossi!: "Berlusconi è il leader"

Il leader della Lega Umberto Bossi assicura che il Carroccio non farà mancare i suoi voti al governo per la mozione sui cosiddetti "cinque punti" che andrà in aula a fine settembre. Dopo che mercoledì lo stesso Bossi aveva ventilato l'ipotesi di sfiduciare l'esecutivo per "uscire dal pantano" e andare alle elezioni anticipate, il leader della Lega, giunto ieri in serata a Saluzzo, dove ha tenuto un comizio, si è allineato alla posizione del presidente del Consiglio: no al voto, il governo va avanti. "Berlusconi è il leader - ha detto Bossi interpellato sul nuovo indirizzo della premiership - Se lo dice Berlusconi va bene anche per noi". E ha aggiunto: "Siamo alleati con Berlusconi e non litigheremo. Siamo alleati - ha ripetuto rispondendo a chi gli ha chiesto se avesse abbandonato l'idea di far cadere il governo per andare al voto - non possiamo votare la sfiducia. C'è già Fini che vota la sfiducia". "La Lega ha un patto con Berlusconi - aveva detto Bossi poco prima dal palco - Lui ha mantenuto la parola con noi sul federalismo e la Lega mantiene la parola. Noi non accoltelliamo alle spalle chi ci aiuta".

venerdì 6 agosto 2010

No al nuovo partito, solo una riorganizzazione del PdL.

"A settembre non ci sara’ un nuovo partito, questa e’ solo una fase di riorganizzazione". Cosi’ si e’ espresso Denis Verdini, coordinatore nazionale del Pdl, al termine del vertice di partito a Palazzo Grazioli. "Abbiamo iniziato a discutere della riorganizzazione del partito lo abbiamo fatto nel 2008 ora lo riorganizziamo. Si tratta di una organizzazione territoriale. Si tratta di una fase in itinere che completiamo".

mercoledì 4 agosto 2010

Vuoto culturale di Famiglia Cristiana.

"Cio’ che mi sorprende della presa di posizione del settimanale Famiglia Cristiana e’ la mancanza di una riflessione critica che riguardi anche il ruolo che la Chiesa ha svolto in questi ultimi decenni nel contribuire alla formazione di una nuova classe dirigente nazionale". Lo ha affermato Sandro Bondi, coordinatore nazionale del Pdl.


"Ho anche la sensazione, leggendo Famiglia cristiana, che certi giudizi, tanto piu’ se manifestati con una particolare virulenza politica, nascondano un vuoto di analisi culturale sia sul ruolo della Chiesa che sul futuro dell’Italia. Questo atteggiamento sconcerta e amareggia soprattutto i cattolici impegnati in politica, i quali, pur aderendo e militando in diversi schieramenti politici, cercano di operare con prudenza politica, spirito di confronto e capacita’ di individuare laicamente accettabili punti di equilibrio nella difesa della visione cristiana della vita".

martedì 3 agosto 2010

Moratoria trivellazioni: Prestigiacomo in prima linea.

Il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo è stata citata ieri dal Financial Times in merito alla proposta di moratoria delle attività di trivellazioni offshore, almeno fino al momento in cui il bacino mediterraneo non sia messo in sicurezza e le attività di estrazione idrocarburi non siano pienamente garantite.

In realtà la proposta, ripresa a piena voce dal ministro dell’Ambiente italiano, arriva direttamente dall’Europa: Gunther Oettinger, commissario europeo all’Energia, ha infatti chiesto un momentaneo arresto di tutte le attività esplorative in acque europee.

La richiesta arriva corale: il bacino del Mediterraneo ha caratteristiche geografiche molto particolari, in caso di incidente, i danni sarebbero irreparabili e coinvolgerebbero sicuramente acque e coste di paesi limitrofi.

La diatriba infatti, nella sua particolarità, è davvero semplice: i danni ambientali sono transfrontalieri, non si curano di politica, accordi, permessi… Se la Libia, così come pare, avesse davvero autorizzato la Bp a trivellare, gli eventuali danni non si riverserebbero solo in territorio libico, ma, ovviamente, andrebbero ben oltre: come ben si può constatare da una qualsiasi carta geografica, il Golfo della Sirte, luogo deputato alle prime trivellazioni, sarebbe a soli 500 Km dalla Sicilia.

Ovviamente, come già ricordato nei precedenti articoli, la situazione non è di facile soluzione: gli stati europei che ad oggi propongono la moratoria, sono tra i primi che hanno autorizzato trivellazioni offshore nei mari di loro competenza. Verrebbe quindi da chiedersi, se la Bp pagasse loro e non la Libia per sondare giacimenti di greggio, la moratoria avrebbe lo stesso supporto?

Ad onore del vero è necessario evidenziare un punto cruciale, per lo meno per quanto riguarda l’Italia: un’altra società petrolifera, la San Leon Energy, si sta facendo avanti per effettuare estrazione di petrolio in Sicilia, al largo delle Egadi. La storia inizia negli anni ’80, momento in cui la compagnia trova giacimenti sfruttabili in acque siciliane. Ai tempi la scelta fu quella di lasciare il greggio inutilizzato, per convenienza economica, ma il finale, ora che la società è tornata alla carica, potrebbe cambiare.

Concludendo, data la situazione attuale di rischio, la moratoria sembra essere un utile strumento, almeno per prendere tempo, accertarsi delle condizioni di sicurezza e delle entità delle esplorazioni offshore.

In fondo, quando si parla dell’unico mare che abbiamo, possiamo prenderci il diritto di fermare la corsa all’oro nero e stabilire delle condizioni di sicurezza e garanzia che valgano per tutti.

venerdì 30 luglio 2010

Berlusconi ha dimostrato di essere leader.

"Berlusconi ha dimostrato di essere un leader, perche’ ha scelto la strada piu’ difficile: quella della chiarezza. L’alternativa sarebbe stata una lenta consunzione". Lo ha affermato al Tg4 il vice presidente dei senatori Pdl, Gaetano Quagliariello.

Venuta meno la fiducia in Fini ma la maggioranza e' salda.

Il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto, intervenuto dopo che Pier Luigi Bersani ha sollecitato un intervento del presidente del Consiglio in Parlamento, ha osservato che non serve che il premier Silvio Berlusconi riferisca in Parlamento sul caso Fini visto che la maggioarnza e’ salda.
"Si e’ aperto tra noi un confronto politico serio e serrato in cui si mette in discussione il rapporto nel Pdl tra noi e Gianfranco Fini ed e’ venuto meno il rapporto che si era acceso quando lo abbiamo eletto presidente della Camera e siamo davanti a una questione politica, a un dato su cui Fini deve riflettere. Ora serve un chiarimento politico e istituzionale, che verra’ fatto ma che non implica che il presidente del Consiglio venga a riferire sulla maggioranza del governo che e’ salda e che nessuno ha messo in discussione".

martedì 27 luglio 2010

I congressi locali saranno un'occasione di crescita per il PdL.

Gregorio Fontana , responsabile nazionale del settore adesioni del Pdl, ha apprezzato il via libera del premier Silvio Berlusconi ai congressi locali del Pdl. "E’ estremamente positivo che il presidente Berlusconi abbia confermato, nel suo messaggio al convegno organizzato da Gianni Alemanno, cio’ che peraltro era gia’ stato anticipato al termine della riunione dell’ultima direzione nazionale.

Avanti con i congressi locali quindi, per consolidare sul territorio una classe dirigente in grado di supportare l’azione politica del governo Berlusconi e di superare per sempre la fase costitutiva provvisoria delle quote 70/30", ha proseguito. "Ora gli organi nazionali arrivino rapidamente alla definizione di regole e scadenze chiare affinche’ la prossima stagione congressuale del PDL possa rappresentare un momento di crescita e maturazione del partito nato poco piu’ da un anno con il congresso di Roma"

Nessuno spazio alle correnti, sì a congressi provinciali e comunali.

"Abbiamo creato il piu’ grande protagonista della politica italiana, un grande partito popolare e nazionale animato dal principio della liberta’, che la maggioranza degli italiania attendeva da tempo e che proprio per questo dobbiamo far crescere, organizzandolo sempre meglio sul territorio, e garantendo la piena partecipazione democratica a tutti gli iscritti e a tutti gli elettori secondo quanto previsto dallo statuto per lo svolgimento dei congressi provinciali e comunali senza lasciare spazio a contrapposizioni correntizie che ne paralizzerebbero la vita".
Lo ha scritto Silvio Berlusconi in una lettera inviata ad Orvieto, dove si e’ tenuto l’annuale appuntamento dei circoli Nuova Italia di Gianni Alemanno.

giovedì 29 aprile 2010

La nuova giunta di Sodano.

Il sindaco di Mantova Nicola Sodano ha varato la nuova giunta. Saranno 11 gli assessori con il sindaco che avrà deleghe alla cultura, università e sicurezza. 4 gli assessori del PdL più il sindaco, 3 della Lega Nord compresa la vicesindaca, 2 della lista Benedini, 2 indipendenti. La giunta si presenterà ufficialmente con una conferenza stampa giovedì alle 16. Subito dopo alle 17,30 il primo consiglio comunale dell'era Sodano.
Ecco i nomi e le deleghe dei nuovi assessori:

PDL
Nicola Sodano sindaco: cultura, università, sicurezza
Marco Cavarocchi: istruzione e casa
Arnaldo De Pietri: welfare
Espedito Rose: mobilità e protezione civile
Roberto Irpo: informatizzazione e patrimonio

LEGA NORD
Alessandra Cappellari: vicesindaco, ambiente, pari opportunità
Vincenzo Chizzini: turismo
Enzo Tonghini: sport e promozione della città

LISTA BENEDINI
Giampaolo Benedini: lavori pubblici
Anna Maria De Togni: urbanistica

INDIPENDENTI
Marcello Napoli: Bilancio e personale
Fulvio Freddi: attività produttive e sviluppo