giovedì 16 ottobre 2008

ELEZIONI 2009: avviso importante!

Carissimi Amici,
riguardo alle elezioni del prossimo anno che ci vedranno impegnati come militanti del PDL,
vi invio l’avviso riguardante l’iscrizione all’Albo dei Presidenti di seggio e degli scrutatori.

I termini sono i seguenti:
1) PRESIDENTI DI SEGGIO - iscrizione entro il 31 OTTOBRE presentando domanda presso l’ufficio elettorale del Comune di residenza. E’ necessario titolo di studio : laurea o diploma di scuola media superiore.

2) SCRUTATORI - iscrizione entro 30 NOVEMBRE presentando domanda presso ufficio elettorale del Comune di residenza. E’ necessaria licenza scuola media inferiore.

L’iscrizione ad uno degli Albi (non è possibile essere iscritti ad entrambi!) è condizione NECESSARIA per poi poter essere nominati nelle varie tornate elettorali e si può fare SOLO entro queste scadenze.
La domanda è normalmente predisposta con uno stampato disponibile negli uffici elettorali.
Quindi vi invito a recarvi presso il vostro comune per procurarvi il modello prestampato e fare l'iscrizione ad uno o all'altro Albo.

Appena avrò altre novità a riguardo ve le comunicherò.
A presto.

Gabriele Bandioli
Portavoce Gruppo dei Coordinatori

lunedì 13 ottobre 2008

GELMINI: E' falso che verranno chiusi 4mila istituti

"Non ci saranno la paventata chiusura di 4000 istituti, né il taglio degli insegnanti di sostegno, né l`attacco all`autonomia degli enti locali". Così si è espresso il ministro dell`Istruzione, Mariastella Gelmini, che ha risposto all’ex ministro Pd della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni e a Maria Pia Garavaglia, ministro dell`Istruzione del governo ombra del Pd, che l’hanno attaccata parlando della chiusura di 4mila istituti con meno di 500 alunni inserita dal Governo nel decreto sulla sanità." Le dichiarazioni degli onorevoli Fioroni e Garavaglia sono incomprensibili ed arbitrarie come al solito la sinistra tenta di fare disinformazione con la vecchia tecnica secondo cui una falsità ripetuta molte volte diventerebbe una verità. Ormai però gli italiani hanno capito, non credono più a certi trucchi e sostengono in pieno l`azione del governo"

venerdì 10 ottobre 2008

DECRETO SULLA CRISI FINANZIARIA: Scheda riassuntiva.

"Stabilità nelle banche, liquidità nelle banche per le imprese, fiducia nel risparmio"
Nessuna banca italiana è a rischio fallimento. Gli istituti di credito italiano sono sufficientemente patrimonializzate e sufficientemente liquide e garantiscono tutti nel modo più efficiente in Europa. I risparmi degli italiani sono al sicuro. E le misure adottate dal governo col decreto legge dell’8 ottobre mettono ulteriormente al riparo i correntisti italiani da ogni rischio e intendono rassicurare le imprese sulla continuità del finanziamento delle loro attività.
Il decreto del governo è uno scudo preventivo utile a fronteggiare le eventuali ricadute della crisi finanziaria sul sistema bancario italiano. Come tutti i governi europei ci si attrezza per fronteggiare eventuali peggioramenti della crisi.Il decreto del governo serve anche per dare un messaggio rassicurante ai cittadini e non fa che confermare le informazioni date la settimana scorsa: il nostro sistema bancario è forte a sufficienza, ha liquidità a sufficienza e non ha problemi di capitalizzazione.

Tre sono le linee guida del decreto:
1. Difendere i risparmiatori.
Oltre alla garanzia già prevista dal fondo interbancario sui depositi dei risparmiatori, anche lo Stato offre la sua copertura a protezione dei risparmi sui conti correnti. Ciò avviene potenziando il Fondo nazionale di garanzia del Ministero dell’Economia, allargando fino a 100.000 euro la copertura di rimborsi di titoli pubblici, azioni e liquidi che prima era di 20.000 euro.
In questo modo il governo protegge i risparmi fino al doppio del tetto autorizzato l’altro giorno dall’Ecofin (l’assemblea dei ministri dell’economia dei 27 Paesi dell’Unione europea).
2. Garantire le banche in caso di eventuali difficoltà.
Se qualche banca italiana sarà messa sotto attacco speculativo e dovesse avere difficoltà, il governo potrà agire in due modi: a) un finanziamento per garantire la liquidità; b) l’ingresso nel capitale acquistando azioni privilegiate senza diritto di voto e dunque senza nazionalizzare la banca in questione. La gestione delle banche resterà privata. Il Tesoro entrerà in maniera temporanea e neutrale, se la Banca d’Italia lo riterrà necessario, finanziando quanto basta con una copertura che sarà disposta ogni volta con un decreto. L’intervento del governo durerà il tempo strettamente utile e poi le azioni saranno rivendute.
Queste misure sono considerate dal ministro Tremonti "in linea con quanto stabilito dai capi di Stato e di Governo dell’Unione Europea nella riunione del 6 ottobre e con quanto successivamente precisato dai ministri economici e finanziari nel consiglio Ecofin del 7 ottobre". Queste misure sono ora possibili dopo che l’Unione europea ha deciso che salvare la banche in difficoltà non è più considerato un indebito aiuto di Stato.
3. Sostenere l’accesso al credito delle piccole e medie imprese.
Per evitare di creare difficoltà alle pmi italiane e semmai di favorirne l’accesso al credito, la Banca d’Italia è chiamata a dare garanzie aggiuntive ai finanziamenti in essere delle banche.
Come ha ribadito il presidente Berlusconi, "gli italiani possono stare tranquilli il sistema bancario italiano non solo è assistito dalle più forti tutele mutualistiche tra tutte le banche, ma a queste si aggiunge anche la garanzia del Tesoro, ovvero la garanzia dello Stato. Gli italiani non devono pensare di ritirare i loro depositi. Non credo che il materasso possa essere una cassaforte migliore di quella delle banche". Inoltre, ha spiegato il premier, "dobbiamo fare in modo che le banche non diventino troppo prudenti perché sono l’ossigeno del sistema economico.”. Infatti, come evidenziato dalle categorie economiche, il timore più grande è l’avvio di una crisi economica innescato dalla crisi finanziaria internazionale già in atto.
Giulio Tremonti, ha spiegato il senso del provvedimento con una formula: "Stabilità, liquidità e fiducia. Molti paesi sono intervenuti, noi l’abbiamo fatto perchè dovevamo, ma non lo applichiamo, non lo vogliamo applicare e pensiamo di non doverlo applicare. Abbiamo un solo obiettivo vero che non è tanto salvare le banche che si salvano da sole, ma che le banche siano così forti e liquide da continuare a servire liquidità all’economia".

giovedì 9 ottobre 2008

IL DECRETO GELMINI: I punti salienti

La Camera dei Depunti ha approvato il decreto Gelmini di riforma della scuola. Ecco i punti salienti.
1) Il decreto contiene poche innovazioni, ma chiare. Come ha affermato il ministro, obiettivo del decreto non è una riforma strutturale della scuola, ma una serie di provvedimenti concepiti per aggiustare, sistemare, riordinare quel che bastava per iniziare a mettere al centro della scuola non lo Stato, e neanche i problemi sociali, bensì l’educazione dell’alunno e dello studente.
2) Il centro del decreto è l’introduzione del maestro prevalente. Il principio – ribadito dal ministro e dal Pdl e sostenuto anche dalla Lega e, fino al momento del voto, dall’Udc – obbedisce ad una concezione per cui l’educazione si fonda su un rapporto personale unico. Ciò non esclude l’insegnamento dell’inglese o dell’informatica con un docente specifico, qualora lo stesso insegnante dominante non sia in grado di attrezzarsi al riguardo. Certo, questo provocherà risparmi, liberando risorse in un bilancio per la scuola dove gli stipendi del personale assorbono oggi il 96,98 per cento (!) del budget complessivo. D’altra parte, i maestri modulari (tre ogni due classi) sono stati introdotti per ragioni sindacali e di welfare (ossia per dare occupazione a giovani laureati), oltre che in omaggio ad una pedagogia del doppio o triplo "punto di vista" da proporre ai bambini (così che possano crescere nel dubbio…). Nella scuola italiana, a fronte di una mancanza quasi completa di investimenti infrastrutturali e nella didattica, si contano ben diecimila classi con meno di dieci alunni.
3) Il decreto punta a rinforzare il principio di autorità nella scuola, indebolitosi pericolosamente negli ultimi anni. Il voto in condotta, da solo, non può certo risolvere il problema del "bullismo", ma fornirà al docente e all’istituzione scolastica uno strumento che permetta al ragazzo e alla famiglia di riconoscere in chi lo impugna un’autorità. "Autorità", nel senso etimologico, indica qualcuno che parla con certezza di che cosa sia il bene e il male, e su questa base richiede la disciplina.
4) L’introduzione di corsi in "Cittadinanza e Costituzione" non ha come obiettivo una sorta di "educazione statale" che si suppone neutra, bensì l’educazione allo stare insieme attraverso la comunicazione dei caposaldi della vita comune: il rispetto reciproco, la cura di chi è diverso, ma anche il non sporcare i muri, l’alzarsi in piedi quando in classe entra un adulto, e così via.
5) La reintroduzione del voto in decimali mira a ripulire i giudizi sull’italiano e la matematica dagli psicologismi e da sforzi espressivi spesso poverissimi, a benefico della semplicità e della chiarezza.
L’obiezione che lo scopo del decreto sia "uccidere la scuola", "togliere il tempo pieno" o "licenziare i maestri" è assai povera. In realtà le famiglie potranno scegliere liberamente se lasciare i figli a scuola 24 o 27 o anche 40 ore alla settimana. Perché opporsi alla libertà di scelta? E’ davvero necessario che tutti siano obbligati per legge ad inviare i figli a farsi indottrinare anche di pomeriggio, anche quando le scuole sono dominate da ideologie "progressiste" che nei fatti fanno progredire solo l’ignoranza?

martedì 7 ottobre 2008

GELMINI: La riforma della scuola è urgente!

Il governo ha posto la fiducia sul decreto legge di riforma della scuola del ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini, che ha spiegato: "I tempi sono stretti e con l’ostruzionismo da parte dell’opposizione i presupposti di urgenza per mettere la fiducia alla Camera ci sono tutti. Inoltre e’ urgente rispondere al bullismo, e’ urgente introdurre il voto in condotta, e’ urgente semplificare il sistema con i voti ed e’ urgente il ritorno dell’educazione civica".

Ti proponiamo una scheda riassuntiva dei punti salienti della riforma.
E’ stato ripristinato il voto in condotta, che torna a fare media con i voti nelle materie scolastiche. Gli studenti saranno valutati non solo in base ai risultati conseguiti nelle singole discipline, ma anche in riferimento ai comportamenti che avranno tenuto in classe e a scuola. Nei casi di grave insufficienza nella condotta l’alunno non sarà ammesso all’anno successivo. Questa è una risposta non solo al moltiplicarsi dei fenomeni di bullismo ma soprattutto il segnale che la scuola intende recuperare la propria dimensione di ambito educativo di ogni singolo studente.
Educazione civica: il ritorno allo studio dell’educazione civica, ovviamente adeguata ai tempi, è un altro segno dell’intenzione di ridare alla scuola la sua funzione educativa. Conoscere i principi costituzionali è utile per gli studenti italiani e per meglio integrare gli studenti stranieri e le loro famiglie, ricevere un’educazione stradale, ambientale, alla salute, consentirà a ogni studente di diventare più consapevole delle proprie responsabilità.
Tornano i voti in pagella: per dare maggiore e immediata chiarezza alla valutazione degli alunni, ci sarà un ritorno ai voti in pagella. I voti saranno affiancati dai giudizi, che saranno utilizzati per spiegare e motivare il voto. In questo modo genitori e studenti avranno una migliore percezione del grado di preparazione raggiunto.
Torna il maestro unico: dal 2009 ritorna il maestro unico dalla prima elementare, per dare un solo punto di riferimento ai bambini e valorizzare il ruolo dell’insegnante.
Libri di testo validi per cinque anni: per aiutare le famiglie ad arginare il caro libri, il contenuto dei libri di testo adottati dalle scuole resterà invariato per cinque anni.