lunedì 25 febbraio 2013

Cud 2013, in arrivo il 28 febbraio.

Entro questo mese i dipendenti e pensionati riceveranno la certificazione dei redditi del 2012. Ecco a cosa serve: le istruzioni dell'Agenzia delle Entrate.
Pochi giorni al primo appuntamento dell'anno con la dichiarazione dei redditi: entro il 28 febbraio i datori di lavoro e gli enti pensionistici devono consegnare ai dipendenti/ pensionati il modello Cud (scarica il pdf). che rappresenta la "base" per le loro successive dichiarazioni (modello 730 o Unico). Ma non sempre: se il contribuente non ha altri redditi da dichiarare - o non ha spese da detrarre - non deve fare altro.

Nell'imminenza della consegna l'Agenzia delle Entrate ha dato alcuni chiarimenti sui dati da inserire nel Cud. Vediamo più in dettaglio cosa deve contenere, come va consegnato e in quali casi il contribuente non ha altri obblighi dichiarativi verso il fisco.
 Cos'è
Il Cud è la certificazione unica dei redditi di lavoro dipendente e di pensione che il datore di lavoro o l’ente previdenziale rilasciano ai propri dipendenti o pensionati.
 Cosa
 contiene 
• I redditi di lavoro dipendente o assimilati (ad esempio i compensi di soci di  cooperative o dei sacerdoti) e di pensione corrisposti nell’anno precedente e assoggettati a tassazione (a titolo di imposta o soggetti a tassazione separata).
• Le relative ritenute di acconto effettuate dal datore di lavoro o dall’ente pensionistico e versate al fisco.
• Le detrazioni effettuate (ad per lavoro dipendente, per carichi di famiglia o
canoni di locazione).
• I dati previdenziali e assistenziali del lavoratore e l’importo dei contributi a carico del lavoratore versati o dovuti all’Inps e all’ex-Inpdap (ente previdenziale dei dipendenti pubblici).
 Cosa
 non
 contiene
• I redditi esenti: i datori/enti non sono obbligati a indicare nel Cud i redditi da loro corrisposti che non incidono sulle imposte dovute dal contribuente (nuova annotazione BQ).
• Le spese deducibili o detraibili di cui il datore/ente non può essere al corrente (es.
spese mediche o per la ristrutturazione della casa).
 Quando va
 consegnato 
Il Cud deve essere entro il 28 febbraio dell’anno successivo a quello in cui sono stati corrisposti i redditi o, in caso di cessazione del rapporto di lavoro, entro 12 giorni dalla richiesta del dipendente.
 Come va
 consegnato
Il datore/ente di lavoro deve consegnare il Cud in duplice copia in forma cartacea o in formato elettronico a patto che il destinatario abbia gli strumenti necessari per ricevere e stamparlo (può essere consegnato solo su carta al dipendente che ha cessato il rapporto di lavoro o agli eredi).
 Quando
 basta
 il Cud
Se il contribuente non ha percepito altri redditi che devono essere assoggettati a tassazione (per esempio, compensi per collaborazioni o redditi da locazione) non è obbligato a presentare altre dichiarazioni. Questo sempre a condizione che il datore di lavoro abbia eseguito correttamente il conguaglio delle imposte.
 Quando
 conviene
 il 730/Unico
In alcuni casi però la successiva dichiarazione dei redditi (modello 730 o Unico), pur non obbligatoria, può essere conveniente per il contribuente. Serve infatti a portare in deduzione o detrazione alcune spese sostenute. E' il caso, per l'appunto, di quegli oneri che possono essere sottratti alla base imponibile (es. donazioni o assegni all'ex coniuge) o dall'imposta da pagare (es. interessi sui mutui, spese sanitarie, rette scolastiche, ristrutturazioni edilizie).
 8 e 5
 per mille
Il contribuente che non presenta ulteriori dichiarazioni può esprimere la propria scelta per la destinazione dell’8 per mille e del 5 per mille utilizzando l’apposita scheda allegata al Cud.

Operato d'urgenza il capo della Polizia Manganelli.

Il capo della polizia Antonio Manganelli è stato ricoverato domenica pomeriggio nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale San Giovanni di Roma dopo essere stato sottoposto ad un intervento di neurochirurgia per la rimozione di un ematoma cerebrale. L'operazione - secondo quanto scritto in un bollettino medico diffuso in serata - ha avuto successo e le condizioni cliniche del paziente sono giudicate "soddisfacenti".
Nulla è stato riferito riguardo alla prognosi, che in casi del genere resta riservata per alcuni giorni. Manganelli, secondo quanto si è appreso, è stato colto da malore nel primo pomeriggio ed è stato portato al San Giovanni in ambulanza. Gli accertamenti radiodiagnostici ai quali il Capo della Polizia è stato sottoposto hanno evidenziato - secondo quanto è trapelato dallo stretto riserbo dei medici - la rottura di un vaso intracranico, con la formazione di un ematoma intracerebrale.
Il paziente è stato subito portato in sala operatoria dove l'equipe neurochirurgica guidata dal dottor Claudio Fiore, direttore del reparto di neochirurgia, ha provveduto a rimuovere l'ematoma. Successivamente Manganelli è stato trasferito in terapia intensiva, dove le sue condizioni sono ora costantemente monitorate. Alte cariche dello Stato - da quanto si è appreso - si sono messe in contatto con la Direzione dell'ospedale per avere notizie sulle condizioni del Capo della polizia.

martedì 19 febbraio 2013

ORIENTAMENTO PER LE ELEZIONI

Per chi è molto confuso, come me, dico che non possiamo astenerci dal prendere posizione e dare un giudizio anche mediante lo strumento democratico fondamentale del voto. Ma a condizione che la scelta sia guidata dai criteri che sintetizzo: rispetto assoluto di ogni vita umana; costruzione di un rapporto giusto fra Stato, società civile e persona; salvaguardia dell’incomparabilità del matrimonio, famiglia e loro promozione; priorità del lavoro in un mercato non di competizione, ma di mutuo vantaggio; affermazione di una vera libertà di educazione.

* Se con giudizio maturo riteniamo che nessun programma politico rispetti tutti e singoli i suddetti beni umani, diamo la nostra preferenza a chi secondo coscienza riteniamo meno lontano da essi,
considerati nel loro insieme e secondo la loro oggettiva gerarchia.

lunedì 18 febbraio 2013

Antimissile e antisatellite. Ecco le armi (vere e ipotetiche) per difendersi dai meteoriti.

I russi hanno deviato o distrutto con armi misteriose il meteorite che ha investito la Russia Centrale con una pioggia di schegge? Fonti militari anonime russe hanno riferito ai media locali che il meteorite è stato individuato e fatto esplodere con un "missile a salve", cioè probabilmente un missile privo di testata esplosiva ma, alla velocità a cui viaggiava il meteorite, sufficiente a provocare l'esplosione del corpo celeste.
Secondo Russia Today ci sono state nove esplosioni, la prima a una distanza di 55 chilometri da terra, che hanno causato il panico tra la popolazione. I primi testimoni avevano pensato all'esplosione di un aereo in volo. Poi la pioggia di schegge ha investito il suolo, danneggiando almeno 297 case, sei ospedali e 12 scuole.
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Il fenomeno non ha causato un innalzamento dei livelli di radiazioni, che sono rimasti nei parametri abituali ma la Nasa ha stimato che l'energia rilasciata (che avrebbe fatto più danni delle schegge) è stata pari a quella provocata da un ordigno atomico di 500 kilotoni (pari a mezzo milione di tonnellate di tritolo), ben 30 volte la potenza dell'atomica esplosa a Hiroshima. Le autorità della regione russa di Cheliabinsk, negli Urali, hanno stimato danni per più di 22 milioni di euro. Oltre 1200 i feriti.
Le indiscrezioni circa l'impiego di missili per deviare o più probabilmente frammentare il meteorite restano difficili da provare ma non certo improbabili. Il meteorite rilevato dai telescopi dell'Accademia Russa delle Scienze si stima pesasse 10 tonnellate e, ancora secondo la Nasa, sarebbe esploso a 20 chilometri da terra, mentre viaggiava a una velocità di 18 chilometri al secondo.
L'agenzia Ria Novosti riferisce invece di tre esplosioni quando il meteorite si trovava tra i 55 e i 20 chilometri dal suolo. Notizie non verificabili ma che lasciano ipotizzare che il meteorite sia stato colpito da uno o più missili terra-aria per ridurre gli effetti dell'impatto in base alla valutazione che una pioggia di schegge provochi meno danni di un masso di 10 tonnellate che si abbatte al suolo alla velocità 18 chilometri al secondo.
Impossibile per ora stabilire se il meteorite sia esploso da solo o a causa di missili ma in questo secondo caso le armi utilizzate potrebbero essere i sistemi S-400 per la difesa aerea e contro i missili balistici o i più avanzati S-500 appena entrati in servizio, ma anche missili antisatellite simili allo statunitense RIM-161 Standard 3 utilizzato dagli americani nel 2008 pera battere un satellite malfunzionante.
Russi, cinesi e statunitensi hanno sviluppato da tempo missili in grado di uscire dall'atmosfera e neutralizzare, con esplosioni o la sola forza cinetica dell'urto, i satelliti avversari. Nell'ottobre scorso Pechino ha testato il suo nuovo vettore anti-satellite Dong Ning-2.
I russi dovrebbero disporre ancora di missili antisatellite Naryad e negli anni scorsi fonti ufficiali hanno ammesso la realizzazione di nuove armi anti-satellite in risposta a quanto messo in campo da cinesi e americani. Nel gennaio 2010 il comandante delle forze spaziali russe, Oleg Ostapenko, disse alla Itar Tass che la Russia stava sviluppando «veicoli spaziali per le ispezioni alle stazioni orbitanti e l'attacco».
Forse nuovissime armi ipersoniche, probabilmente qualcosa di simile allo statunitense HTV-2 (Hypersonic Technology Vehicle), progettato a forma di freccia e che in fase di sperimentazione ha raggiunto i 25 mila chilometri all'ora. O al missile Advanced Hypersonic Weapon (AHW) che, con prestazioni meno spinte del velivolo/freccia, copre 4.300 chilometri in meno di 30 minuti.
Mezzi sviluppati dal Pentagono nell'ambito del programma Prompt Global Strike (attacco globale immediato) per colpire in modo devastante e in meno di un'ora ogni punto del globo. Forse anche un meteorite.

venerdì 15 febbraio 2013

Pioggia di meteoriti sugli Urali: 500 feriti.

Circa 500 persone sono rimaste ferite o contuse per la caduta di un meteorite nella regione di Cheliabinsk, sui monti Urali. Lo ha riferito il ministero dell'Interno russo.  "Alle 11 locali (le 6 italiane), abbiamo ricevuto numerose chiamate per traumi, tagli e contusioni", ha indicato il governo locale citato dall'agenzia di stampa Interfax. Le autorità locali avevano in precedenza riferito di quattro persone ferite a Chelyabinsk da schegge di vetro, con l'onda d'urto che aveva divelto le finestre di diversi palazzi.
Pattuglie della polizia stanno ispezionando gli edifici danneggiati. Il meteorite è caduto a circa 80 chilometri dalla città di Satka, nell'omonimo distretto, alle 9:20 ora locale, le 4:20 in Italia. L'impatto ha causato una forte esplosione, secondo testimoni citati dalla radio 'Eco di Mosca'.
Fonti ufficiali russe hanno spiegato che si è trattato di cristalli di un meteorite che "si è disintegrato nella parte bassa dell'atmosfera". Secondo i servizi di emergenza il fenomeno non ha causato un innalzamento dei livelli di radiazioni, che sono rimasti nei parametri abituali per la regione. L'agenzia russa per l'energia atomica Rosatom ha riferito che le installazioni negli Urali non hanno subito danni.
Solo 16 persone però sarebbero ricoverate in ospedale. Tra i feriti ci sarebbero tre bambini. Fonti anonime militari citate da quotidiano locale 'Znak' hannoriferito che il meteorite e' stato intercettato dalla Difesa aerea russa e colpito da un missile 'a salve' a 20 chilometri dal suolo. Sono 20mila i soccorritori impegnati nella zona, tra cui diverse unità dell'esercito.
Intanto proprio questa sera gli occhi e i telescopi saranno puntati sull'asteroide, grande come una piscina olimpica. L'asteroide "sfiorerà" la Terra verso le 20,30.  45 metri di diametro e con una massa di 135mila tonnellate, è stato battezzato 2012 DA14: in caso di impatto - escluso dagli scienziati - sarebbe in grado di distruggere una megalopoli. Si tratta comunque dell'asteroide più grande mai osservato a distanza così ravvicinata dalla Terra. Scoperto nel febbraio 2012, DA 14 passerà a una velocità di 7,8 km al secondo a circa 27.600 chilometri dal nostro pianeta, una distanza pari a un decimo della distanza tra la Terra e la Luna, inferiore a quella di molti satelliti. 

martedì 12 febbraio 2013

Gomme da neve per bici: con fascette o chiodate si possono fare a casa

Freddo e gelo possono minacciare la sicurezza dei ciclisti che, imperterriti, pedalano sulle strade ghiacciate. Per muoversi in sicurezza è necessario dotarsi di gomme invernali: chiodate o con fascette si possono realizzare facilmente anche a casa.


Quando le condizioni meteo sono avverse e il freddo ghiaccia le strade non è facile muoversi su due ruote. Per gli amanti della bicicletta, però, ci sono diversi accorgimenti che si possono seguire (e che si possono leggere a questo link). Uno di questi è dotare la propria bicicletta di gomme invernali, generalmente chiodate, che fanno più presa sul ghiaccio.
I ciclisti più incalliti e amanti della manutenzione fai-da-te saranno contenti di sapere che non è necessario comprare questo tipo di pneumatici in negozio. Sul sito Dutch Bike Co. Seattle si trova una descrizione dettagliata di come realizzare gomme adatte per la neve con pochi semplici gesti.
È necessario comprare una confezione di fascette di plastica (10-25 euro per 100 pezzi) e fissarle sul copertone alla stessa distanza l’una dall’altra. Per fare questa operazione ci vuole circa mezz’ora. In questo modo si può accelerare e frenare più facilmente e con maggiore sicurezza anche sulle strade ghiacciate.
n alternativa, soprattutto se si tratta di mountain bike, si possono realizzare anche gomme chiodate. Sul sito mtb-forum.it è descritto bene il processo di cui qui riportiamo le parti principali. Il procedimento non è particolarmente complicato: bisogna calcolare 200 viti per gomma per avere una migliore presa sulla strada e almeno 2 ore di lavoro.
Le viti vanno avvitate dalla parte interna del copertone verso l’esterno. Dal momento che il lavoro è un po’ lungo, è bene dotarsi di un avvitatore elettrico. Per prima cosa, per avere un riferimento, si buca lo pneumatico da fuori con punta da 2mm ogni tassello dove si vuole inserire il pezzo. La foratura deve essere eseguita dall’esterno verso l’interno rispettando la centratura del tassello e il suo angolo di apertura. Una volta terminata questa operazione, si possono avvitare le 200 viti per gomma. Con l’avvitatore questa operazione impiegherà circa 20 minuti a copertone.
Concluso questo passaggio, si può montare la gomma sul cerchio. Successivamente, il pezzo andrà gonfiato a 3-4 atmosfere in quanto sotto carico si esercita molta spinta sulla testa delle viti.

martedì 5 febbraio 2013

Con le nuove rendite catastali, Imu e imposta di registro rischiano di schizzare alle stelle.

Nell'ipotesi di una riforma del catasto che adegui la rendita catastale al valore di mercato, a parità di aliquote, l'Imu di alcuni appartamenti potrà anche triplicare.

Al di là delle (facili) promesse elettorali, riformare il catasto e mettere mano alle misure che regolano attualmente l'Imu sono due appuntamenti al quale il futuro governo difficilmente potrà sottrarsi. Si tratta di due interventi strettamente correlati tra loro, dal momento la revisione della base imponibile degli immobili ha impatto diretto sull'importo della tassa sulla casa, così come sul calcolo dell'imposta di registro per gli atti di acquisto.
Le linee guida che muovono la riforma del catasto mirano a distribuire più equamente la pressione del Fisco sul mattone, allineando le rendite catastali ai valori di mercato ed evitando in tal modo che gli attici dei centri storici, una volta classificati come "popolari" e ora invece di lusso, valgano catastalmente come un bilocale di periferia.

Il governo Monti ha tentato di avviare una riforma del catasto (all'interno del disegno di legge delega sul fisco, bloccato in Senato e affondato definitivamente con lo scioglimento delle camere) che aveva per cardine il cambio dell'unita di misura del valore immobiliare (in metri quadri e non più in vani) e l'introduzione della rendita media ordinaria che si basa sulla media dei valori di vendita e locazione degli immobili della stessa zona (o "ambito territoriale") nei 3 anni precedenti, integrata con altri parametri edilizi.
Nelle proposte fin'ora avanzate, per evitare che la riforma si trasformi in un ulteriore aumento dell'Imu è stata introdotta la "clausola di invarianza" che garantirebbe, cioè, che l'aggiornamento delle rendite non produca un aumento di gettito dell'Imu.
Ma il saldo del gettito non significa che l'Imu non aumenti per nessuno: l'abitazione in centro città andrà a pagare di più rispetto all'appartamento collocato più in periferia. Quanto di più? Il Corriere ha simulato i calcoli riferendosi ai valori di mercato reali (parametro di riferimento per ricalcolare la rendita catastale, quindi l'imponibile) degli appartamenti nelle principali città, ai quali ha applicato una riduzione forfettaria del 30%. "Ne emerge che a Milano l'Imu prima casa in centro ad aliquote invariate aumenterebbe, per un immobile con il valore medio di zona  di 283 euro passando da 467 a 750 euro, ancora maggiore l'incremento dell'imposta di registro: quasi 4.000 euro in più. Il conto per chi compra sarebbe ancora più salato in centro a Roma (+ 5.092 euro) e soprattutto a Napoli (+ 5.534)".

Con le aliquote attuali, una revisione del catasto sulla base del valori commerciali rischia di tramutarsi in un bagno di sangue per un mercato già in difficoltà, andando a colpire sia le vendite che gli affitti.

Bollette dell'acqua: per il Consiglio di Stato sono illegittime.

Secondo il Consiglio di Stato le bollette dell'acqua non sono coerenti  col quadro normativo uscito dal voto del giugno 2011. Esse risultano cioè in contrasto col referendum il criterio della ''adeguatezza della remunerazione dell'investimento'' per determinare la tariffa. L'Authority dovrà tenerne conto per la adozione del nuovo sistema.

L'Autorità per l'energia, incaricata di formulare la nuova tariffa all'indomani del referendum, aveva chiesto un parere al Consiglio di Stato sulla remunerazione del capitale investito, ovvero il profitto del 7% (a volte anche più alto) garantito per legge alle imprese private che gestiscono e commercializzano le risorse idriche sottratte alla comunità. Proprio uno dei referendum aveva dichiarato illegale e inammissibile quel ricarico sul costo dell’acqua ma nonostante ciò  il governo Monti lo ha ripristinato a partire dal gennaio del 2012 anche se con un altro procedimento.

E la decisione presa dal Consiglio di Stato non ha solo un valore simbolico in quanto all'orizzonte si prevedono rimborsi agli utenti per i maggiori esborsi effettuati tra dal 21 luglio al 31 dicembre 2011. La restituzione, secondo quanto stabilito dall'Autorità per l'energia, non avverrà in forma di conguagli in bolletta, bensì in forma diretta forse con l'invio di un assegno ad ogni utenza.

A quanto ammonterà il rimborso? L'Authority varerà un nuovo sistema tariffario sulla base di questa sentenza? O cadrà tutto nel dimenticatoio?

·         L'Autorità, secondo quanto stabilito dal Consiglio di Stato, dovrà vagliare ora una per una le tariffe applicate dai 3 mila gestori dal 2012 e fino all'emanazione delle nuove regole, e verificare la loro congruenza col nuovo regolamento. "I referendum sull'acqua non sono stati rispettati ed abbiamo pagato una bolletta illegittima dal luglio del 2011.  Le bollette che i gestori consegnano ai cittadini sono illegittimamente gonfiate e non rispettano la volontà referendaria espressa da 27 milioni di persone" questo è stato il commento fatto dal Forum dei movimenti per l'acqua.

L'Autorità per l'energia ha deciso quindi la cifra da restituire ma qui arriva la beffa: sarà un rimborso di 4-5 euro, a fronte di una spesa media di 200 euro l’anno per famiglia, e potrà essere dato solo al 65% delle famiglie. Dal 1 gennaio 2012 al 31 dicembre 2013 sarà applicato un metodo tariffario transitorio, studiato dall’Autorità per l’energia, che partirà retroattivamente da giugno. Gli eventuali rimborsi del caso saranno compensati nelle bollette. Il metodo tariffario definitivo sarà applicato dal 1 gennaio 2014.