sabato 27 febbraio 2010

Lettera del Presidente Silvio Berlusconi.

Cara amica, caro amico,
da oggi anche tu puoi dare, in prima persona, un contributo concreto e decisivo per il successo del nostro movimento, il Popolo della Libertà. Se condividi i nostri valori e i nostri programmi, se pensi che le nostre idee e le nostre realizzazioni vadano difese con entusiasmo e con passione, ora hai l’occasione giusta: diventa Promotore della Libertà e contribuisci alla creazione di un esercito di volontari per sostenere le nostre battaglie.
Il 28 e 29 marzo gli italiani saranno chiamati a un’importante scelta di campo, decisiva per il futuro di 13 Regioni e dell’Italia intera.
Sarà ancora una volta una scelta tra un Governo del fare e la sinistra delle chiacchiere, tra un Governo che fa le riforme e risolve le emergenze e la sinistra che sa solo dire dei no, tra un Governo che cerca di alimentare la fiducia e infondere ottimismo, e una sinistra che sa spargere solo pessimismo e autolesionismo, tra un Governo che valorizza le risorse positive dell’Italia e un’opposizione che non si fa scrupolo di propagandare anche all’estero un’immagine negativa dell’Italia, tra un Governo che viene rispettato nel mondo e un’opposizione anti-italiana e anti-nazionale.
Tanti nostri sostenitori hanno le idee chiare al riguardo e manifestano ogni giorno il desiderio di essere al nostro fianco per difendere l’azione del governo.
Dobbiamo spiegare a tutti ciò che ha realizzato il nostro Governo, un vero e concreto Governo del fare, un Governo che in due anni difficili ha tutelato le famiglie e le imprese, senza mettere le mani nelle tasche degli italiani.
A questi nostri amici io rivolgo un appello e una proposta.
L’appello è questo: scendete in campo e, se siete già iscritti al Popolo della Libertà, impegnatevi per andare oltre la semplice iscrizione.
La proposta è altrettanto chiara: creiamo insieme un’organizzazione dei paladini della libertà, una grande forza che farà del Popolo della Libertà il partito della gente tra la gente, un esercito dell’amore contro l’esercito dell’invidia sociale, della calunnia e dell’odio.
Ho chiesto a Michela Vittoria Brambilla di coordinare questa nuova attività e di coinvolgere e mobilitare il maggior numero di donne e uomini che amano l'Italia e che vogliono promuovere e difendere la libertà.
In questo sito www.promotoridellaliberta.it potrai trovare le indicazioni per aderire subito a questa proposta e per poter invitare amiche ed amici a fare la stessa scelta.
Tutti insieme, ne sono certo, difenderemo meglio i nostri diritti, i nostri interessi, la nostra libertà.
Ti abbraccio forte, ti aspetto e ti auguro di riuscire a realizzare tutti i progetti e i sogni che porti nella mente e nel cuore.

Silvio Berlusconi

venerdì 26 febbraio 2010

PER IL BENE DI TUTTI

Lunedì 1 Marzo 2010 alle ore 21,00 al Palalido di Milano (P.le Stuparich, 1), in vista delle prossime elezioni del 28 Marzo 2010, si terrà un incontro pubblico dal titolo:

PER IL BENE DI TUTTI

Interverranno:
Roberto Formigoni, Presidente regione Lombardia,
Mario Mauro, Deputato al Parlamento Europeo,
Mario Sala, Consigliere Regionale
Presiede: Bernhard Scholz, Presidente Compagnia delle Opere
L'ingresso è libero.

In allegato il volantino per la diffusione

mercoledì 24 febbraio 2010

Pronte le liste del Pdl.

Il coordinamento nazionale del Pdl ha incontrato mercoledì 17 febbraio nella sede di via dell'Umiltà, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, il coordinatore regionale, Guido Podestà, e il vice vicario, Massimo Corsaro. Durante l'incontro sono state presentate ed approvate le liste elettorali da sottoporre al presidente Silvio Berlusconi per le elezioni regionali della Lombardia. Inoltre, sono state formalizzate le candidature del Pdl a sindaco nei principali comuni lombardi. Sono stati indicati Nicola Sodano a Mantova, Sergio Tadi a Lodi, Toni Prati a Vigevano e Carlo Barbieri a Voghera. In particolare, è stato confermato l'appoggio del Popolo della Libertà al senatore Roberto Castelli a Lecco.

martedì 23 febbraio 2010

Maxi-operazione dei Carabinieri e GdF contro riciclaggio.

Una vasta operazione dei Carabinieri e della Guardia di Finanza è in corso a Roma e in altre località italiane ed estere, per l'esecuzione di 56 ordinanze di custodia cautelare emesse dal GIP di Roma su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia, per associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio ed al reimpiego di ingentissimi capitali illecitamente acquisiti attraverso un articolato sistema di frodi fiscali. Alcuni indagati sono raggiunti da un provvedimento restrittivo in USA, Inghilterra e Lussemburgo. La struttura transnazionale individuata dal ROS e dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria - si legge in un comunicato dei carabinieri - riciclava centinaia di milioni di euro tramite una rete di società appositamente costituite in Italia ed all'estero. I capitali illeciti provenivano da una serie di operazioni commerciali fittizie di compra-vendita di servizi di interconnessione telefonica internazionale, per un valore complessivo di oltre 2 miliardi di euro. Per realizzare la colossale operazione di riciclaggio, il sodalizio si è avvalso di società di comodo di diritto italiano, inglese, panamense, finlandese, lussemburghese ed off-shore, controllate dall'organizzazione indagata. I particolari dell'operazione saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 11.30 odierne presso la Procura Distrettuale Antimafia di Roma.

Interesse privato, arricchimento personale e corruzione dilagante.

Una nuova Tangentopoli? L'Italia del 2010 come quella del 1992? "No. Per certi versi, siamo oltre. Allora crollò il sistema del finanziamento dei partiti. Oggi è la coesione sociale, è la stessa unità nazionale a essere in discussione, al punto da venire apertamente negata, anche da forze di governo. Si chiude l'orizzonte dell'interesse generale e si aprono le cateratte dell'interesse privato, dell'arricchimento personale, della corruzione dilagante": lo afferma Giuseppe Pisanu (Pdl), che lancia l'idea di una nuova legge elettorale. In un'intervista al 'Corriere della sera', Pisanu affronta il tema dell'inchiesta sul G8 all'Aquila: "Non parlerei di nuova Tangentopoli. Il contesto è diverso anche se il fango è lo stesso", afferma. "Speriamo che si arrivi presto alla verità e senza vittime innocenti. Diciotto anni fa furono troppe, e la giustizia pagò i suoi errori perdendo dignità e consenso. Bertolaso è un efficiente manager dello Stato, che ha lavorato bene; mi chiedo però se, fermi restando i suoi grandi meriti, non sia rimasto anche lui vittima della logica dell'emergenza. Lasciamo ai magistrati e agli avvocati la vicenda giudiziaria. Interroghiamoci piuttosto sul dilagare della corruzione pubblica e privata e sui rimedi necessari, prima che disgreghi le basi della convivenza civile e delle istituzioni democratiche". Per Pisanu, capo della segreteria politica di Moro, ministro dell'Interno, oggi presidente dell'Antimafia, "il problema è innanzitutto politico, e non possiamo certo risolverlo con il bipolarismo selvaggio, con lo scontro sistematico tra maggioranza e opposizione che ha trasformato questo primo scorcio di legislatura in una snervante campagna elettorale". In questo senso, "è necessario un profondo rinnovamento del ceto politico. A condizione che lo si realizzi con strumenti neutrali: non sia la magistratura ma la politica a guidare il processo, o meglio siano gli elettori, grazie a una nuova legge elettorale che consenta ampia libertà di scelta".

lunedì 22 febbraio 2010

La "due giorni" di Rete Italia a Riccione.

«Siamo i soli che possono cambiare l’Italia». Sembra dispiaciuto Silvio Berlusconi quando chiude la telefonata con i mille di Rete Italia radunati a Riccione. «È disperante cercare interlocutori aperti al dialogo. Quelli che ci sono hanno tradito le nostre aspettative. Così il compito di cambiare il Paese resta soltanto nelle nostre mani». Il premier non chiude le porte al centrosinistra nemmeno all’inizio della campagna elettorale, e lo fa in un luogo di dialogo come è l’associazione che fa capo a Roberto Formigoni: «Costruire il bene comune è il titolo del vostro raduno. Ed è il fine per cui siamo in politica ed è quello che facciamo dal 1994. È nel Dna nostro e del Pdl».
Ma a sinistra c’è il muro contro muro. «Noi costruiamo, loro distruggono il lavoro altrui. Sono concezioni diverse della politica. Loro sono disperati per la perdita di consensi e si aggrappano a demolire i servitori dello stato con accuse assurde». Gli esempi, cita Berlusconi, sono Napoli e l’Abruzzo: «Sembra che il caso di Napoli sia stato dimenticato. Allora meglio ricordare che quella grande città era letteralmente sommersa dai rifiuti a seguito del malgoverno di Prodi, e se non facevamo qualcosa subito quella vergogna sarebbe stata messa sul nostro conto. Per mesi le immagini di Napoli diffuse dalla stampa mondiale hanno prodotto danni incalcolabili. I responsabili di quello sfascio e della sconfitta dell’amministrazione pubblica non si sono scusati e ora hanno il coraggio di attaccare questo governo e il sottosegretario Bertolaso al quale invece dovrebbero fare un monumento».
Berlusconi parla di «una furia autodistruttrice» che percorre l’Italia e ha il suo apice nelle «indagini giudiziarie contro chi affronta con efficienza le catastrofi naturali». È un’«ondata di negatività che annulla i risultati, calpesta le persone, travolge tutti gli sforzi fatti per migliorare il Paese. La ricostruzione in Abruzzo è una delle pagine più nobili della nostra storia recente e vogliono farla passare come un’opera di affari sporchi e corruzione».L’Abruzzo invece è «un miracolo». «Andate a vedere come sta chi ha perso la casa per l’uragano Katrina o i terremotati di Giappone e Cina. Siamo orgogliosi di aver dato un tetto a 40mila persone in dieci mesi, costruendo alloggi sicuri ed eleganti. Dobbiamo ripristinare la verità, bisogna far prevalere la ragione e il buonsenso rispetto agli istinti belluini di chi mette a repentaglio gli interessi del paese per calcoli politici meschini».
Non c’è una nuova tangentopoli alle porte: Berlusconi l’ha già detto, e l’ha ripetuto chiudendo la «due giorni» di Rete Italia. «Semmai - ha precisato nel collegamento telefonico - ci sono casi isolati che vanno perseguiti e sanzionati. Noi siamo garantisti ma abbiamo detto che non ci sarà nelle nostre liste alcun personaggio compromesso in modo certo. Su questo vigileremo con attenzione. Non accettiamo lezioni di moralità da questa opposizione. La nostra moralità è non soltanto di non rubare, ma anche di mantenere gli impegni presi con gli elettori in campagna elettorale».
L’attacco di Berlusconi all’opposizione è stato durissimo. «Ho capito, anche se non l’ho mai applicato, che la politica è scontro, anche aspro. Ma deve avere delle regole. Per evitare che lo scontro diventi distruttivo bisogna rispettare due condizioni: il rispetto delle persone e il riconoscimento di un interesse nazionale superiore a quello delle parti. Noi abbiamo sempre concesso fiducia ai leader della sinistra. Abbiamo sperato in Veltroni quando sembrava che volesse cambiare strada, e pensavamo che anche Bersani volesse fare una cosa buona».
Invece i vari leader del Partito democratico «alla prova dei fatti hanno tradito le nostre aspettative, e con ciò soprattutto quelle dei cattolici che militavano in quel partito e ora hanno dovuto prenderne atto. Il Pd è diventato un partito sempre più estremista e laicista, al traino dei radicali e di un movimento eversivo come quello di Di Pietro. E tutto sotto il controllo del super-partito di Repubblica. Questa è la fotografia della situazione. Non ci sono interlocutori aperti al dialogo, così il compito di cambiare il Paese resta soltanto nelle nostre mani».Il premier fa appello a tutti i cattolici, in particolare a quelli che si identificano in Formigoni.
«Abbiamo bisogno di voi. Dobbiamo comunicare positività e fiducia, creare un clima più sereno per realizzare i nostri propositi. Ci vogliono giovani cattolici in politica come auspicato dal cardinale Bertone per modernizzare l’Italia in coerenza con i nostri principi e le nostre tradizioni. E spero che il vento di cambiamento possa arrivare anche in Emilia Romagna».

Piena fiducia a Verdini. No a giochi di potere nel PDL.

"Ancora una volta leggo sui giornali ricostruzioni pittoresche, ai limiti della fantascienza, su mie presunte e mai pronunciate critiche nei confronti del Coordinatore del Pdl, Denis Verdini, e del coordinamento nazionale. Pur avendo in passato criticato il malvezzo dei giornali di attribuirmi virgolettati e pensieri mai espressi, credo che la responsabilità non sia più solo della stampa ma di chi la usa per giochi di potere personali, per cercare di indebolire chi, proprio come l’on. Verdini, si è speso e si spende giorno per giorno per costruire la struttura del Popolo della Libertà, lavoro storico e difficile, difendendolo con determinazione dagli attacchi esterni e, magari, interni. Per cercare di colpire un galantuomo come l’on. Verdini si rischia di incidere negativamente su un risultato elettorale che si annuncia in ogni caso come ampiamente positivo. Confermo quindi a Denis Verdini la mia amicizia e la mia piena fiducia".
Silvio Berlusconi

sabato 20 febbraio 2010

Silvio: "Ricominceremo da capo"

La seconda giornata consecutiva di «confessionale» fa vacillare persino il Cavaliere. Che si presenta alla Camera per il voto sul decreto Emergenza e passa quasi due ore a ricevere uno dietro l’altro deputati d’ogni dove, tutti con le loro doglianze sulla gestione del partito, delle candidature e di questo inizio di campagna elettorale. Un assaggio Berlusconi l’aveva avuto giovedì, quando si era limitato a una ventina di minuti nell’anticamera che porta in Aula, a stringere mani e scambiare poche battute con i parlamentari del Pdl. Ma ieri ha deciso di dedicarsi al problema a tempo pieno, tanto che davanti alla sala del governo era un via vai di deputati che entravano e uscivano.Un susseguirsi di lamentele e recriminazioni, una sequela di problemi da risolvere che certo non contribuiscono al buon umore del premier. Che già non era dei migliori, visto che di prima mattina il Consiglio dei ministri si è aperto con l’ennesima minaccia di dimissioni di Tremonti. «Questa volta lascio, lascio davvero», sono state le parole del titolare dell’Economia dopo un lungo braccio di ferro con Brunetta che avrebbe voluto mettere all’ordine del giorno la digitalizzazione della pubblica amministrazione. Una minaccia alla quale il Cavaliere si è limitato a rispondere con uno sguardo che i presenti definiscono «fulminante». Tanto che più tardi Tremonti s’è lasciato sfuggire un «finiremo come la Grecia».
Una giornata di full immersion per Berlusconi, che insieme ai coordinatori La Russa e Verdini prende in mano anche le liste elettorali. E blocca quelle di tre regioni, tra cui la Lombardia. Perché, ipotizza qualcuno, i rumors su un’imminente inchiesta a carico di un assessore della giunta Formigoni sono sempre più forti. Una due giorni sfiancante, insomma. Anche perché, confida Berlusconi durante le sue tante conversazioni private, «troppi dirigenti pensano a difendere il loro piccolo orticello più che l’interesse generale del Pdl». Anche, aggiunge, a costo di perdere regioni importanti. Troppo «egoismo», troppe «delusioni». Anche da politici di prima fascia. «Quasi, quasi - si sfoga in privato - questo partito vien voglia di chiuderlo...». Di certo, dopo le regionali «si azzera tutto» e si «ricomincia da capo». Facce nuove e approccio nuovo.
Intanto, il premier è al lavoro anche sul fronte campagna elettorale. Sono ormai pronte le bozze dell’opuscolo a colori Il governo del fare che sarà distribuito in tutte le regioni al voto. E che elenca «i successi» di quello che Berlusconi definisce «uno Stato che è tornato a fare lo Stato». Quattro i capitoli: «Superare la crisi globale», «Le grandi emergenze», «Governare il presente e preparare il futuro» e «Italia protagonista del mondo». Lo slogan è quasi obbligato: «Vota il governo del fare».

venerdì 19 febbraio 2010

Carlo Maccari: più Mantova in Lombardia.

Sono già trascorsi cinque anni. Incredibilmente volati. Belli ed impegnativi. Sto chiaramente parlando della mia esperienza nel consiglio regionale della prima regione d’Italia, uno dei quattro motori d’Europa.

Il bilancio che ne posso trarre, al di là degli aspetti emotivi ed emozionali, è certamente positivo. Non c’è dubbio che la Regione oggi rappresenta il crocevia più importante per le attese dei nostri cittadini. Lo slogan che ho scelto per la mia campagna elettorale “Il cittadino ha sempre Regione”, che peraltro ha fatto molto discutere (è finito in onda persino al Tg2), intende esattamente rappresentare il ruolo ormai centrale di questa giovane ed ancora sconosciuta istituzione. Il cittadino si misura costantemente con bisogni che sono diventati negli anni di competenza, a volte esclusiva, proprio della Regione. Che si parli di sanità, di agricoltura, di piccola e media impresa, di politiche sociali e per la famiglia, di infrastrutture ed altro ancora. Ecco quindi l’esigenza di concentrare su questo organo istituzionale l’attenzione necessaria.

La nostra è una Regione importante non solo per gli indicatori socio economici e di sviluppo, per la peculiarità del numero di associazioni di volontariato e sportive, ma anche per il rilevante numero dei suoi abitanti, quasi 10 milioni. A significare e farci immaginare quali e quante siano le caratteristiche e molteplici sfaccettature di questo territorio. Ecco quindi la necessità di interpretare con tenacia il ruolo di rappresentante della “Bassa Lombardia”. Quando si dice da più parti che occorre avere più Mantova in Lombardia, in effetti si intende proprio questo. In questi anni mi sono impegnato esattamente in questo ruolo: valorizzare la storia, la tradizione e la tipicità dei nostri territori. L’ho fatto insieme alle amministrazioni comunali, alle associazioni di categoria ed a tanti cittadini che hanno messo a disposizione tempo e volontà. Sul mio sito internet, http://www.carlomaccari.it/, potete trovare alcuni esempi delle cose fatte. Mi metto ancora a disposizione. Mi ricandido. Se riterrete utile la mia rielezione, votatemi. Altrimenti nessun problema. Amici come prima.

giovedì 18 febbraio 2010

Prestiti, guida all'uso consapevole.

Comprare oggi per pagare domani. Ovvero il credito al consumo. Un’abitudine che, dopo anni di crescita ha subito una forte frenata negli ultimi due anni. L’anno appena trascorso ha registrato un – 11% rispetto al 2008.Non solo. Gli italiani, sono dati recenti rivelati da un’indagine Eurisko, continuano a mantenere una forte propensione al risparmio. Questo non significa che gli acquisti a rate siano scomparsi, anzi. Ma chi la fa deve essere consapevole di quali sono le regole del gioco e qual è il vero prezzo da pagare.
Prima regola: chi ricorre al prestito deve legge bene il contratto.
Il contratto di finanziamento deve essere sempre redatto in forma scritta, altrimenti non è valido. Poi, tra le diverse clausole si deve prestare attenzione soprattutto:
• al soggetto che eroga il prestito: può essere sia una banca sia una società finanziaria. In ogni caso deve essere un intermediario autorizzato dalla Banca d'Italia. Sul sito di Bankitalia è possibile consultare l'elenco degli intermediari;
• all’importo da pagare e all’acconto già versato;
• al numero delle rate da pagare, all’importo di ciascuna rata e alla scadenza;
• alla finalità per cui è concesso il finanziamento. Questo è un punto importante perché pochi sanno che non esiste un legame tra acquisto e prestito. La cosa può avere una spiacevole conseguenza: se il finanziamento è stato ottenuto per acquistare un televisore e questo successivamente si guasta, non è possibile sospendere i pagamenti. Il debito va comunque estinto (chiaramente è possibile chiedere al venditore la riparazione o la sostituzione del prodotto difettoso);
• alle condizioni aggiuntive: penali per il ritardo o il recesso, coperture assicurative;
• agli eventuali oneri aggiuntivi, come i costi di istruzione della pratica.
Secondo regola: capire il vero tasso d'interesse.
L'ultimo punto dell'elenco precedente pone un'altra questione, forse la più importante: qual è il vero tasso d’interesse applicato. Essendo l’elemento attorno al quale ruota il profitto per il finanziatore e l’onere per l’acquirente, merita un particolare approfondimento.Nei prestiti, i tassi d’interesse indicati sono due:
• il Tan (Tasso annuo nominale) e
• il Taeg (Tasso annuo effettivo globale).
Il reale costo del finanziamento - e quindi il parametro da prendere in considerazione - è il Taeg. Mentre il Tan indica solo il tasso d'interesse nominale applicato al prestito, nel calcolo del Taeg sono considerati anche i costi ulteriori come le spese di istruzione della pratica, le commissioni d'incasso ecc. Tutti questi costi andranno ad aumentare il costo effettivo dell'indebitamento. Il Taeg deve essere indicato per legge. Quindi, quando viene pubblicizzato un finanziamento a "interesse zero", bisogna sempre verificare se ci si riferisce al Taeg o al Tan. Solo nel primo caso l'interesse sarà davvero "zero".

mercoledì 17 febbraio 2010

Siamo molto poveri o molto evasori?

Un italiano su quattro non paga le tasse. E' un modo molto più semplice per dire ciò che oggi tutti i giornali riferiscono: "Un contribuente su quattro, cioè il 27% delle persone fisiche, ha dichiarato una imposta netta pari a zero nella dichiarazione fiscale del 2008". Sono i dati che ha diffuso ieri il ministero dell'Economia. Questo sebbene dalle dichiarazioni dei redditi emerga un aumento del 2,2% dei contribuenti, che salgono a 41 milioni 663 mila, e un incremento del 4,2% del reddito complessivo, pari a 772 miliardi di euro. A pagare al Fisco sono in realtà solo 30 milioni e mezzo di contribuenti sul totale di 41 milioni 663 mila, poichè il 27% dichiara imposta netto zero, per effetto del basso reddito o per le deduzioni e detrazioni. L'incidenza media dell'imposta netta sul reddito complessivo resta invariata nel periodo d'imposta 2007 al 18,4%. L'importo medio pro capite è pari a 4.670 euro. In base alle dichiarazioni, la metà dei contribuenti italiani non supera 15.000 euro di reddito e il 91% rimane sotto i 35.000.Poco meno dell'1% dichiara redditi superiori a 100.000 euro.Il 52% dell'imposta è pagata dal 12% dei contribuenti con redditi oltre i 35.000 euro. Manco a dirlo, i redditi dichiarati derivano per il 78% da retribuzioni da lavoro dipendente e da pensioni, per il 5,5% da redditi da partecipazione, per il 5% da redditi d'impresa e per il 4,2% da redditi da lavoro autonomo. Se si passa alle imprese, emerge invece che in Italia non conviene aprirne una. Infatti, quasi una società su due risulta in perdita per il Fisco. Sono i dati relativi all'imposta sui redditi delle società (Ires) nel 2008. Le società con reddito positivo - spiega il dipartimento delle Finanze - sono localizzate principalmente nelle regioni del Nord. La distribuzione dell'imposta complessiva è concentrata nelle imprese di dimensioni maggiori: lo 0,8% delle società dichiara il 58% dell'imposta ed il 53% delle società minori (fino a 500.000 Euro di componenti positivi Irap) dichiara solo il 5,3% dell'imposta.

martedì 16 febbraio 2010

Mancanza di valori morali e relativismo.

Ti proponiamo alcuni spunti di discussione proposti da Mariastella Gelmini e Sandro Bondi sul tema dei cattoliici impegnati in politica.
Tutti coloro che sono impegnati in politica, e in modo particolare i cattolici che militano in diversi schieramenti politici, hanno il dovere di non far cadere nel vuoto le parole illuminanti di S.E. il Cardinale Angelo Bagnasco, contenute nella sua prolusione nel corso dei lavori della Conferenza episcopale italiana. Quanto più difficili sono le condizioni del Paese e l’impegno necessario a farvi fronte per assicurare un futuro migliore al nostro Paese, tanto più è necessario promuovere una nuova generazione di esponenti politici, “onesti e competenti”, secondo l’auspicio formulato recentemente anche dal Santo Padre, capaci di agire in coerenza con l’insegnamento della Chiesa e a favore degli interessi generali del nostro Paese. L’Italia ha bisogno di profonde riforme per superare i suoi storici ritardi, per mettersi al passo con lo sviluppo, ma questa convinzione si accompagna alla fiducia nel popolo italiano, alla fiducia nei confronti di una società che non è il luogo della virtù ma neppure del menefreghismo o del qualunquismo, come pensano alcuni influenti ambienti politici e culturali. Anzi, la crisi economica che abbiamo attraversato ha dimostrato che il nostro sistema sociale, i valori della nostra tradizione, quel tessuto multiforme di cui da anni parla De Rita nelle sue ricerche, hanno dato vita ad una struttura più robusta e più sana di quanto non si creda. Questa crisi, infatti, non è la crisi del capitalismo o del mercato: ma è scaturita dall’assenza di regole, anzi dalla violazione delle regole, dalla mancanza di valori morali condivisi e di un fine sociale e umano dello sviluppo. Questo spirito, questo pensiero non è un’ideologia, è quanto di meglio hanno espresso le culture democratiche del nostro tempo, soprattutto la dottrina sociale della Chiesa: la convinzione che anche l’economia deve avere una finalità, di carattere sociale, umano, spirituale, che nessuno può essere lasciato solo, soprattutto quando soffre. Nella sua ultima ultima enciclica (Caritas in Veritate), il Santo Padre lo ha ricordato con una ricchezza di argomenti e di prospettive sulle quali laici e credenti sono chiamati a riflettere, se vogliono umanizzare la società in cui viviamo. L’attuale crisi ha certamente restituito un ruolo allo Stato, come garante delle regole, ma sarebbe un errore pensare ad un ritorno ad un ruolo centrale dello Stato come fu dopo la grande crisi del 1929, che influenzò anche la cultura cattolica. Non a caso, la crisi economica e i necessari interventi dello Stato non hanno coinciso con l’affermarsi delle posizioni della sinistra in tutta Europa. Ciò perché la crisi pone questioni nuove che né lo Stato né politiche liberiste incentrate sulla totale libertà dell’individuo possono risolvere. Questa visione della società si fonda su una concezione personalista e comunitaria frutto dell’incontro fra la tradizione del cristianesimo e quella del socialismo umanitario e liberale, oltre che dell’apporto di tutte quelle tradizioni che hanno valorizzato la dimensione personale e sociale dell’uomo. Questa visione dell’uomo e della società rifugge dalle ideologie, ma continua a coltivare la speranza di un cambiamento, cioè di una umanizzazione della società; è anche una identità che non abbraccia né l’ideologia del relativismo né quella - altrettanto preoccupante - dell’accettazione della realtà così com’è, ma nello stesso tempo non condanna la realtà e l’uomo moderno sulla base di principi assoluti. Questa identità ha un nucleo di valori forti e unitari (non di tradizioni che semplicemente si giustappongono), di ideali che tendono a calarsi nella realtà e a trasformarla, ma nello stesso tempo è compassionevole, caritatevole nei confronti dell’uomo e delle sue contraddizioni, aperta al dialogo e alla comprensione delle ragioni degli altri. Come non essere d’accordo con Papa Benedetto XVI quando scrive che “un Cristianesimo di carità senza verità può venire facilmente scambiato per una riserva di buoni sentimenti, utili per la convivenza sociale, ma marginali. Senza la verità, la carità viene relegata in un ambito ristretto e privato di relazioni. E’ esclusa dai progetti e dai processi di costruzione di uno sviluppo umano di portata universale”. Nello stesso tempo, “non possiamo sempre gridare forte la verità. Essa presuppone amore e sensibilità. Gli esseri umani sono più che mai in cerca di sollievo e aiuto nel dialogo”. Il mondo cattolico rivendica un pensiero di verità, che si accompagna però alla comprensione per l’uomo, per le sue sofferenze, le sue domande.Questa identità complessa e aperta ci spinge sul piano politico ad un’azione che punti innanzitutto a superare le divisioni, le fratture, gli steccati, nella sfera della società dell’economia della politica, della cultura per creare le condizioni di un’Italia più coesa, più unita, più solidale.Il primo compito riguarda proprio la sfera del confronto politico, sempre più contrassegnato da un clima di contrapposizione radicale e di demonizzazione nei confronti degli avversari politici.Un Paese moderno ha bisogno al contrario di superare queste contrapposizioni ideologiche e di puntare ad una democrazia nella quale il confronto si misura sui contenuti e sui programmi, a partire da un riconoscimento reciproco di legittimità e sulla base della condivisione di valori comuni.

lunedì 15 febbraio 2010

Micropagamenti, bollette al supermercato dal 1° marzo.

Arrivano micropagamenti. La data di partenza è fissata per il prossimo 1° marzo. È stato pubblicato, infatti, sul supplemento speciale alla Gazzetta Ufficiale 36 del 13 febbraio 2010 il dlgs 11 del 2010, con il quale viene recepita la direttiva comunitaria sui sistemi di pagamento.
Lo scopo dell’intero pacchetto normativo è quello di creare un mercato unico europeo dei servizi di pagamento al dettaglio, dando la possibilità di accedere a un più vasto spettro di sistemi di pagamento elettronici per gli importi di piccola entità e anche un’accelerazione dei bonifici bancari.
Il decreto introduce una serie di norme che prevedono una serie di sistemi di tutela e di attenuazione della responsabilità per le parti deboli (consumatori finali e microimprese). E’ previsto, infatti, il rimborso degli importi pagati in caso di utilizzo non autorizzato del mezzo elettronico di pagamento.
Inoltre sono attenuati gli obblighi delle parti con riferimento agli importi inferiori ai 30 euro per singole operazioni e 150 euro come limite complessivo di spesa. Una semplificazione che richiederà maggiore attenzione da parte dei consumatori. Da segnalare che, come spiegava la relazione governativa, inviata in Parlamento per il parere alla bozza di Dlgs varata dal Governo il 28 ottobre 2009, per favorire lo sviluppo della moneta elettronica, è stata esercitata la deroga fino a 500 euro per le carte prepagate.
Ma fra tutte le novità, sicuramente la “scossa di terremoto” per gli utenti riguarda la nascita degli "istituti di pagamento", nuovi attori sulla scena delle transazioni monetarie. Si tratti di soggetti commerciali, come compagnie telefoniche, supermercati, stazioni di rifornimento ecc., che alla loro normale attività potranno affiancare anche l'offerta di servizi di pagamento, finora prerogativa esclusiva delle banche. Si apre un nuovo mondo. Un'ampia categoria di operatori - iscrivendosi a un apposito albo e sotto il controllo diretto della Banca d’Italia - potrà affiancarsi agli istituti di credito nell'offerta di servizi come la gestione dei conti di pagamento, gli addebiti diretti, i bonifici, le operazioni con carte di pagamento, le rimesse di denaro e anche la concessione di prestiti.

Le suonerie di Formigoni.

Cari amici, il presidente Roberto Formigoni ha presentato questa mattina le sue suonerie ufficiali della campagna elettorale. E' il primo politico italiano a registrare le suonerie e a renderle disponibili sulla Rete. Le otto suonerie si possono scaricare gratuitamente sul portale http://www.formigoni.it/ nella sezione multimedia: riceverle e scaricarle sul proprio telefonino è molto semplice (basta inserire la marca del proprio telefonino, il modello e il numero) non comporta alcuna spesa da parte di chi le richiede e le riceve (i costi di invio dell'MMS saranno sostenuti da http://www.formigoni.it/).
Facciamo in modo che le suonerie di Roberto Formigoni diventino la nostra campagna elettorale.
Passiamo la parola, anzi la musica di Roberto Formigoni.

giovedì 11 febbraio 2010

Stop ai pollai in TV.

Via libera al regolamento per la par condicio in tv. Stop ai programmi di approfondimento nell’ultimo mese di campagna elettorale. I partiti che hanno preso meno del 4% alle europee non potranno partecipare.
Stop ai programmi di approfondimento nell’ultimo mese di campagna elettorale. Niente più talk show politici in nome della par condicio. E' una delle novità approvate nella notte dalla commissione di Vigilanza Rai che ha dato il via libera al regolamento per la par condicio in tv in vista delle regionali del 28 e 29 marzo. La norma è passata con i voti del centrodestra e del relatore, il radicale Marco Beltrandi, e con la decisa opposizione del Pd, che ha abbandonato i lavori. Favorevole il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che da una parte invita la politica ad "abolire la par condicio" e dall'altra la televisione ad avere "più decoro". Immediata la reazione del Pd che parla di "limitazione della libertà".
I talk show politici con ogni probabilità non verranno cancellati ma sostituiti, in rispetto della norma approvata in Vigilanza, da tribune elettorali organizzate secondo una rigida ripartizione paritaria tra tutti i soggetti politici. Per quanto riguarda le trasmissioni di approfondimento giornalistico sulle reti private la competenza è dell’Autorità delle comunicazioni che, sottolinea Morri, "spero non copi questo regolamento, io da Matrix voglio senso di misura e pluralismo non che chiuda". Secondo Morri non c’è stato modo di trovare una mediazione con il radicale Beltrandi, eletto nelle liste del Pd, e autore del testo poi votato dalla maggioranza. "Ha respinto ogni proposta del Partito democratico tesa a limare il suo testo che inizialmente - spiega Morri - neppure i colleghi del centrodestra volevano votare considerandolo troppo illiberale. Tra l’altro riguarda non solo trasmissioni come Ballarò ma tutte quelle di approfondimento a cominciare dal programma di Iacona... Certo, poi al centrodestra non è parso vero di potere dare un colpo di spugna al palinsesto di Rai Tre" - attacca Morri - "Spero che i vertici Rai, qualunque sia il loro orientamento politico, si facciano sentire per difendere la libertà dell’azienda e perchè è anche una botta economica...". Nel regolamento c’è anche una norma che impedisce ai partiti che hanno preso meno del 4% alle ultime europee di partecipare alle tribune politiche, ma nell’ultimo mese di campagna elettorale avranno "diritto di parola" tutti coloro che presenteranno liste per le Regionali.
Berlusconi: "Stop ai pollai in tv" - La decisione di fermare quelli che ormai sono "pollai televisivi" non è né "scandalosa" né "preoccupante" anche perché potrebbero essere sostituite da tribune politiche. Nel corso della presentazione del libro di Bruno Vespa, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha difeso la decisione della commissione di vigilanza della Rai per l’applicazione della par condicio. Secondo il premier, nella decisone "ha pesato il fatto che la classe politica si proponga in delle trasmissioni pollaio e che queste risse continue abbiano contribuito molto ad abbassare il livello dell’apprezzamento della politica da parte dei cittadini che alcuni sondaggi danno al 12%". Ecco perché Berlusconi pensa che "per decoro sia un bene che certe trasmissioni siano diverse". Quanto alla decisone del Parlamento, Berlusconi ha detto che non si può essere "democratici" a seconda delle decisioni prese e che dunque bisogna rispettare le decisioni della commissione di vigilanza. Il premier ha quindi sottolineato che l’arrivo in Rai di trasmissioni condotte da giornalisti "non di sinistra" come Maurizio Belpietro o Gianluigi Paragone fanno da contraltare a quelle condotte da altri giornalisti vicini alla sinistra e dunque, ha concluso, se queste trasmissioni vengono sostituite "da tribune politiche" non lo trovo "né scandaloso né preoccupante".

mercoledì 10 febbraio 2010

Caso Eluana, un anno dopo.

"Il nostro auspico e’ che il vuoto che si e’ prodotto con il caso di Eluana Englaro venga colmato da una decisione parlamentare che riconosca come l’idratazione e l’alimentazione artificiale costituiscano la risposta ai bisogni elementari della persona e non siano invece terapie. L’approccio del governo e’ stato laico e il suo intervento si e’ ispirato al principio della precauzione della cautela, del dubbio". Lo ha affermato il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, che è intervenuto a Lecco in occasione della giornata della memoria in ricordo della ragazza spentasi un anno fa:"Lo stato vegetativo non c’entra con la regolazione della fine vita’, perche’ non riguarda terapie ne’ persone in fin di vita. Questo lo dice la convenzione Onu sulla disabilita’, lo dice il parlamento, e non solo la maggioranza, ma anche parte del Partito democratico. La gran parte dei parlamentari sono convinti che l’idratazione e l’alimentazione artificiale non costituiscano terapie". Il nostro Sacconi ha anche annunciato l’impegno di realizzare in tutte le regioni cure adeguate per le persone che sono in gravi condizioni di disabilita’, con l’auspicio che non si creino differenze tra l’assistenza al nord e al sud. "Dobbiamo proseguire la via dell’indagine sulla vita muovendo dalla condizione del suo valore. La vicenda di Eluana ci insegna che dobbiamo assolutamente riconoscere il valore della vita. Il tema della vita e il suo confine con la morte, non possono essere oggetto di posizioni esasperate ma di riflessioni" che partano dal riconoscimento del valore della vita. Il ministro, prima della conferenza stampa in prefettura, si e’ recato per una visita privata alla casa di cura Beato Luigi Talamoni, dove ha incontrato le suore misericordine che per quattordici anni si sono occupate della giovane donna in stato vegetativo. A loro ha consegnato un messaggio del presidente del Consiglio.

lunedì 8 febbraio 2010

Dal governo aiuti a quasi 5 milioni di famiglie.

È arrivato il bonus al 95% dei richiedenti con redditi bassi Lo Stato ha erogato complessivamente un miliardo e mezzo. Erano stati previsti altri 900 milioni ma le richieste di soldi sono state inferiori. Il decreto: contributi da 200 a mille euro.

Si è praticamente conclusa, e con successo - manca soltanto l’esame di alcune domande -, l’operazione «bonus famiglia», varata dal governo nel 2008 per venire incontro ai nuclei familiari a basso reddito.
Si tratta di un bonus, un contributo una tantum variabile fra un minimo di 200 e un massimo di 1000 euro, a seconda della condizione di reddito del richiedente, da distribuire alle famiglie meno abbienti. A fine 2009 l’Agenzia delle Entrate ha ricevuto circa 5 milioni di richieste, per un miliardo e 685 milioni di euro. Il 95,2% delle domande presentate è stato accettato, e le Entrate hanno pagato durante il 2009 quasi un miliardo e mezzo di euro.
Non si tratta, tuttavia, della cifra definitiva. La fetta conclusiva dei bonus richiesti, ad esempio tramite il modello Unico (quando non utilizzati in compensazione delle imposte da versare), sarà pagata molto presto, entro il prossimo mese di marzo: in queste settimane si stanno concludendo i controlli incrociati del Fisco per riscontrare eventuali irregolarità, quindi saranno versati gli importi.
Il termine ultimo per la richiesta del bonus era stato fissato al 30 settembre 2009. Con l’esame delle ultime domande, il mese prossimo - si legge nel sito FiscoOggi, la rivista telematica dell’Agenzia delle Entrate - si concluderà dunque il pagamento. Alla fine dell’operazione bonus, prevedono le Entrate, lo Stato avrà versato circa 1,6 miliardi di euro ai cittadini più deboli.
Il successo del bonus famiglia conferma la scelta tempestiva compiuta dal governo proprio mentre si manifestavano i segnali di crisi economica: una politica economica concentrata sul sostegno alle famiglie, alle fasce di cittadini più deboli ed ai pensionati, ai lavoratori delle imprese in difficoltà attraverso il rafforzamento degli ammortizzatori sociali.
Il bonus famiglia, infatti, era stato varato con il decreto legge «anticrisi» del 29 novembre 2008, accompagnato da altre misure per aiutare i nuclei familiari ad affrontare la crisi che già si manifestava sui mercati internazionali, con conseguenze pesanti sull’economia reale. In precedenza, con la manovra estiva, il ministro dell’Economia Giulio Tremonti aveva anche istituito la cosiddetta social card, una carta acquisti da 120 euro valida per i mesi di ottobre, novembre e dicembre 2008, più 80 euro per i mesi di gennaio e febbraio 2009, con possibilità di ulteriori «ricariche». Quest’ultimo intervento si indirizzava alla fascia più bisognosa della popolazione, in particolare i pensionati al minimo: ne avevano diritto i cittadini oltre i 65 anni, con reddito non superiore ai 6mila euro, e i genitori di bambini d’età inferiore ai tre anni.
Diversa, invece, la ratio del bonus famiglia. Si è trattato di un contributo una tantum alle famiglie (ma allargato anche ai pensionati soli, con reddito fino a 15mila euro), del valore variabile fra i 200 euro e i 1000 euro. L’entità del contributo variava rispetto al reddito complessivo familiare ed al numero dei componenti del nucleo: per ottenere il massimo, mille euro appunto, il nucleo familiare doveva superare i 5 componenti, mentre il reddito (2007 o 2008, a scelta del richiedente) non doveva superare i 22mila euro, la somma cresceva fino a 35mila euro se in famiglia vi erano figli portatori di handicap.

venerdì 5 febbraio 2010

Roberto Formigoni, uno di noi.

Grazie agli sms la comunicazione è diventata oggi rapidissima. Tutto ciò rappresenta un grande aiuto per chi fa politica: il confronto diretto con le persone è fondamentale per individuare nuove strategie e costruire politiche innovative che rispondano efficacemente alle esigenze della società civile e delle sue istituzioni. Comunicare, infatti, significa discutere sulle scelte da compiere per costruire un patto di fiducia con i cittadini. Il risultato di questo processo è sempre positivo: l'unione delle forze non dà luogo alla semplice addizione delle idee, ma alla loro moltiplicazione. Con questo spirito ti chiedo di partecipare alla campagna elettorale, inviando direttamente sul mio cellulare, al costo di un sms (calcolato in base alle tariffe del tuo gestore del servizio di telefonia), le tue domande e le tue opinioni sui diversi argomenti che, giorno dopo giorno, il dibattito pubblico offrirà. Sarà mia cura leggere gli sms e pubblicare sul crawl di questo sito, laddove possibile, tutti quelli che mi vorrai inviare.
Scrivi al 3341802807

Il governo approva la riforma dei licei.

Via libera alla riforma dei licei. Il consiglio dei ministri ha approvato, in prima lettura, il riordino di questo ramo della scuola secondaria superiore. Da 400 indirizzi si passa a 6 licei con 10 opzioni per gli studenti. Due le new entry: il liceo musicale e coreutico e il liceo delle scienze umane. Il latino sarò presente come insegnamento obbligatorio nel liceo classico, scientifico, linguistico e delle scienze umane. Il nuovo modello partirà gradualmente, coinvolgendo dall'anno scolastico 2010-2011 le prime e le seconde classi; entrerà a regime nel 2013. Soddisfatta Mariastella Gelmini, ministro dell'Istruzione: il tentativo ha spiegato, è quello di «coniugare la tradizione con l'innovazione privilegiando la qualità». «È una riforma epocale - ha aggiunto la Gelmini - che modifica un impianto che risale alla legge Gentile del '23»
SEI LICEI - La riforma spazza via gli attuali 396 indirizzi sperimentali, i 51 progetti assistiti dal ministero e le tantissime sperimentazioni attivate e propone sei licei: il liceo artistico, articolato in tre indirizzi (arti figurative, architettura-design-ambiente, audiovisivo-multimedia-scenografia); il liceo classico (sarà introdotto l'insegnamento di una lingua straniera per l'intero quinquennio); il liceo scientifico (oltre al normale indirizzo le scuole potranno attivare l'opzione scientifico-tecnologica, dove salta il latino); il liceo linguistico (tre lingue straniere, dalla terza liceo un insegnamento non linguistico sarà impartito in lingua straniera e dalla quarta liceo un secondo insegnamento sarà impartito in lingua straniera); il liceo musicale e coreutico, articolato appunto nelle due sezioni musicale e coreutica (inizialmente saranno istituite 40 sezioni musicali e 10 coreutiche); infine, il liceo delle scienze umane che sostituisce il liceo sociopsicopedagogico portando a regime le sperimentazioni avviate negli anni scorsi (le scuole potranno attivare un'opzione sezione economico-sociale, dove non è previsto lo studio del latino).
IL LATINO - Il latino è presente come insegnamento obbligatorio nel liceo classico, scientifico, linguistico e delle scienze umane e come opzione negli altri licei. È previsto un incremento orario della matematica, della fisica e delle scienze «per irrobustire - spiega il ministero - la componente scientifica nella preparazione liceale» degli studenti (gli insegnamenti di fisica e scienze possono essere attivati dalle istituzioni scolastiche anche nel biennio del liceo classico). C'è un potenziamento delle lingue straniere con la presenza obbligatoria dell'insegnamento di una lingua straniera nei cinque anni ed eventualmente di una seconda lingua straniera usando la quota di autonomia. Le discipline giuridiche ed economiche si studieranno sia nel liceo scientifico (opzione tecnologica), sia nel liceo delle scienze sociali (opzione economico-sociale) mentre negli altri licei potranno essere introdotte attraverso la quota di autonomia. Infine, «per essere al passo con l'Europa», è previsto l'insegnamento, nel quinto anno, di una disciplina non linguistica in lingua straniera. Tutti i licei prevedranno 27 ore settimanali nel primo biennio e 30 nel secondo biennio e nel 5ø anno, ad eccezione del classico (31 ore negli ultimi tre anni), dell'artistico (massimo 35), musicale e coreutico (32).

martedì 2 febbraio 2010

Berlusconi in Israele.

"Il più grande sogno è annoverare Israele tra i paesi Ue": così Silvio Berlusconi nel primo dei tre giorni della sua visita ufficiale in Israele, nella quale guida una delegazione di sette ministri. Ieri pomeriggio il presidente del Consiglio ha piantato un albero di ulivo a Gerusalemme alla Foresta delle nazioni, ed ha visitato il museo dell'Olocausto a Yad Vashem. Ad accoglierlo è stato il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Berlusconi è giunto in un tendone allestito davanti al parlamento, la Knesset, dove domani parlerà. Berlusconi ha spiegato che "il più grande sogno quando sarò ancora protagonista della politica è annoverare Israele tra i paesi Ue". Poi la tappa al museo dell'Olocausto a Gerusalemme. Berlusconi sul libro delle firme dei visitatori ha scritto: "La nostra anima urla 'Non è vero, non può essere vero' e poi, sconfitta grida 'Mai, mai più'". Con commozione profonda, Silvio Berlusconi". In serata, la cena con il primo ministro israeliano. Israele è per l'Italia un paese amico e a un paese amico potete chiede "sicuri di ottenere tutto ciò che è giusto" ha ribadito Berlusconi nel brindisi. "Io - ha detto - continuerò semplicemente a fare quello che ho sempre fatto, convinto come sono delle vostre ragioni assolute e che non si può chiudere la propria vista a ciò che invece si presenta come pericoloso, come un ulteriore attacco all'esistenza e al benessere di un intero Stato, di un intero popolo come il vostro". Chiaro il riferimento all'Iran, definito da Netanyahu durante la cena paese di "dittatura sanguinaria". E ribadendo il ruolo dell'Italia come mediatore di fronte al mondo ha aggiunto, "Ho praticato una politica internazionale sempre in totale accordo con i premier di Israele, nella situazione attuale io credo che il mio compito sia proprio quello di far sì che i miei colleghi primi ministri europei e del mondo, non cadono nell'errore dell'indifferenza che già è stato l'errore di tutte le nazioni prima della grande tragedia sotto la Germania nazista".

lunedì 1 febbraio 2010

Generazione PDL a Mantova.

Basta con le alchimie del 70 a 30. Basta con le valutazioni delle provenienze culturali. Tu sei ex FI? Ma per la precisione, anima riformista socialista o provieni dal mondo democristiano? E voi, invece, provenite da AN? Finiani o Larussiani?
Sedetevi ad ascoltare una conversazione del neonato PdL ed il dialogo che emerge è esattamente quello che ho sopra citato.Il nostro partito nasce dal grande consenso elettorale che l’intuizione del Presidente Berlusconi raccoglie dalle ultime elezioni politiche, ma è totalmente privo della struttura organizzativa, prima, e culturale, poi, per gestire un fenomeno di tale portata. Decine di milioni di italiani abbracciano un’idea la cui realizzazione sconta difficoltà e diffidenze, intoppi e burocrazia.
Adesso basta.
Ci siamo stancati di circolari incomprensibili e di ragionamenti al “bilancino”.
Dopo il convengo di Arezzo, vogliamo affermare anche a Mantova la “Generazione PdL”.
Il merito maturato sul campo deve prendere il posto delle ormai inaccettabili posizioni di “corrente”, ascoltando in maniera inequivocabile l’assegnazione degli incarichi di partito che i cittadini hanno espresso con i loro voti.
Mi riferisco in larga parte a coloro che oggi appartengono alla vasta schiera degli eletti negli enti locali.
Sindaci, assessori, consiglieri comunali e provinciali, che alla recente tornata elettorale hanno raccolto consensi in località le quali, fino a poco tempo fa, erano proibitive. Loro rappresentano l’avanguardia di un nuovo impegno del centrodestra.
La “palestra” dell’impegno nell’ente locale, proteso allo sviluppo del territorio e al soddisfacimento dei bisogni dei cittadini diventa un importante gesto d’amministrazione. Tuttavia, se ben coordinato dal confronto, dallo studio e dall’approfondimento con circoli ed associazioni culturali d’area, diventa anche il primo passo nell’apprendimento di quella cultura della politica che senza le vecchie scuole di partito non è possibile avere.
Da queste persone dobbiamo partire. Con questo metodo ci dobbiamo confrontare.

Carlo Maccari