Cara amica, caro amico,
da oggi anche tu puoi dare, in prima persona, un contributo concreto e decisivo per il successo del nostro movimento, il Popolo della Libertà. Se condividi i nostri valori e i nostri programmi, se pensi che le nostre idee e le nostre realizzazioni vadano difese con entusiasmo e con passione, ora hai l’occasione giusta: diventa Promotore della Libertà e contribuisci alla creazione di un esercito di volontari per sostenere le nostre battaglie.
Il 28 e 29 marzo gli italiani saranno chiamati a un’importante scelta di campo, decisiva per il futuro di 13 Regioni e dell’Italia intera.
Sarà ancora una volta una scelta tra un Governo del fare e la sinistra delle chiacchiere, tra un Governo che fa le riforme e risolve le emergenze e la sinistra che sa solo dire dei no, tra un Governo che cerca di alimentare la fiducia e infondere ottimismo, e una sinistra che sa spargere solo pessimismo e autolesionismo, tra un Governo che valorizza le risorse positive dell’Italia e un’opposizione che non si fa scrupolo di propagandare anche all’estero un’immagine negativa dell’Italia, tra un Governo che viene rispettato nel mondo e un’opposizione anti-italiana e anti-nazionale.
Tanti nostri sostenitori hanno le idee chiare al riguardo e manifestano ogni giorno il desiderio di essere al nostro fianco per difendere l’azione del governo.
Dobbiamo spiegare a tutti ciò che ha realizzato il nostro Governo, un vero e concreto Governo del fare, un Governo che in due anni difficili ha tutelato le famiglie e le imprese, senza mettere le mani nelle tasche degli italiani.
A questi nostri amici io rivolgo un appello e una proposta.
L’appello è questo: scendete in campo e, se siete già iscritti al Popolo della Libertà, impegnatevi per andare oltre la semplice iscrizione.
La proposta è altrettanto chiara: creiamo insieme un’organizzazione dei paladini della libertà, una grande forza che farà del Popolo della Libertà il partito della gente tra la gente, un esercito dell’amore contro l’esercito dell’invidia sociale, della calunnia e dell’odio.
Ho chiesto a Michela Vittoria Brambilla di coordinare questa nuova attività e di coinvolgere e mobilitare il maggior numero di donne e uomini che amano l'Italia e che vogliono promuovere e difendere la libertà.
In questo sito www.promotoridellaliberta.it potrai trovare le indicazioni per aderire subito a questa proposta e per poter invitare amiche ed amici a fare la stessa scelta.
Tutti insieme, ne sono certo, difenderemo meglio i nostri diritti, i nostri interessi, la nostra libertà.
Ti abbraccio forte, ti aspetto e ti auguro di riuscire a realizzare tutti i progetti e i sogni che porti nella mente e nel cuore.
Silvio Berlusconi
sabato 27 febbraio 2010
Lettera del Presidente Silvio Berlusconi.
venerdì 26 febbraio 2010
PER IL BENE DI TUTTI
PER IL BENE DI TUTTI
Interverranno:
Roberto Formigoni, Presidente regione Lombardia,
Mario Mauro, Deputato al Parlamento Europeo,
Mario Sala, Consigliere Regionale
Presiede: Bernhard Scholz, Presidente Compagnia delle Opere
L'ingresso è libero.
In allegato il volantino per la diffusione
mercoledì 24 febbraio 2010
Pronte le liste del Pdl.
Il coordinamento nazionale del Pdl ha incontrato mercoledì 17 febbraio nella sede di via dell'Umiltà, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, il coordinatore regionale, Guido Podestà, e il vice vicario, Massimo Corsaro. Durante l'incontro sono state presentate ed approvate le liste elettorali da sottoporre al presidente Silvio Berlusconi per le elezioni regionali della Lombardia. Inoltre, sono state formalizzate le candidature del Pdl a sindaco nei principali comuni lombardi. Sono stati indicati Nicola Sodano a Mantova, Sergio Tadi a Lodi, Toni Prati a Vigevano e Carlo Barbieri a Voghera. In particolare, è stato confermato l'appoggio del Popolo della Libertà al senatore Roberto Castelli a Lecco.
martedì 23 febbraio 2010
Maxi-operazione dei Carabinieri e GdF contro riciclaggio.
Interesse privato, arricchimento personale e corruzione dilagante.
lunedì 22 febbraio 2010
La "due giorni" di Rete Italia a Riccione.
Ma a sinistra c’è il muro contro muro. «Noi costruiamo, loro distruggono il lavoro altrui. Sono concezioni diverse della politica. Loro sono disperati per la perdita di consensi e si aggrappano a demolire i servitori dello stato con accuse assurde». Gli esempi, cita Berlusconi, sono Napoli e l’Abruzzo: «Sembra che il caso di Napoli sia stato dimenticato. Allora meglio ricordare che quella grande città era letteralmente sommersa dai rifiuti a seguito del malgoverno di Prodi, e se non facevamo qualcosa subito quella vergogna sarebbe stata messa sul nostro conto. Per mesi le immagini di Napoli diffuse dalla stampa mondiale hanno prodotto danni incalcolabili. I responsabili di quello sfascio e della sconfitta dell’amministrazione pubblica non si sono scusati e ora hanno il coraggio di attaccare questo governo e il sottosegretario Bertolaso al quale invece dovrebbero fare un monumento».
Berlusconi parla di «una furia autodistruttrice» che percorre l’Italia e ha il suo apice nelle «indagini giudiziarie contro chi affronta con efficienza le catastrofi naturali». È un’«ondata di negatività che annulla i risultati, calpesta le persone, travolge tutti gli sforzi fatti per migliorare il Paese. La ricostruzione in Abruzzo è una delle pagine più nobili della nostra storia recente e vogliono farla passare come un’opera di affari sporchi e corruzione».L’Abruzzo invece è «un miracolo». «Andate a vedere come sta chi ha perso la casa per l’uragano Katrina o i terremotati di Giappone e Cina. Siamo orgogliosi di aver dato un tetto a 40mila persone in dieci mesi, costruendo alloggi sicuri ed eleganti. Dobbiamo ripristinare la verità, bisogna far prevalere la ragione e il buonsenso rispetto agli istinti belluini di chi mette a repentaglio gli interessi del paese per calcoli politici meschini».
Non c’è una nuova tangentopoli alle porte: Berlusconi l’ha già detto, e l’ha ripetuto chiudendo la «due giorni» di Rete Italia. «Semmai - ha precisato nel collegamento telefonico - ci sono casi isolati che vanno perseguiti e sanzionati. Noi siamo garantisti ma abbiamo detto che non ci sarà nelle nostre liste alcun personaggio compromesso in modo certo. Su questo vigileremo con attenzione. Non accettiamo lezioni di moralità da questa opposizione. La nostra moralità è non soltanto di non rubare, ma anche di mantenere gli impegni presi con gli elettori in campagna elettorale».
Invece i vari leader del Partito democratico «alla prova dei fatti hanno tradito le nostre aspettative, e con ciò soprattutto quelle dei cattolici che militavano in quel partito e ora hanno dovuto prenderne atto. Il Pd è diventato un partito sempre più estremista e laicista, al traino dei radicali e di un movimento eversivo come quello di Di Pietro. E tutto sotto il controllo del super-partito di Repubblica. Questa è la fotografia della situazione. Non ci sono interlocutori aperti al dialogo, così il compito di cambiare il Paese resta soltanto nelle nostre mani».Il premier fa appello a tutti i cattolici, in particolare a quelli che si identificano in Formigoni.
«Abbiamo bisogno di voi. Dobbiamo comunicare positività e fiducia, creare un clima più sereno per realizzare i nostri propositi. Ci vogliono giovani cattolici in politica come auspicato dal cardinale Bertone per modernizzare l’Italia in coerenza con i nostri principi e le nostre tradizioni. E spero che il vento di cambiamento possa arrivare anche in Emilia Romagna».
Piena fiducia a Verdini. No a giochi di potere nel PDL.
"Ancora una volta leggo sui giornali ricostruzioni pittoresche, ai limiti della fantascienza, su mie presunte e mai pronunciate critiche nei confronti del Coordinatore del Pdl, Denis Verdini, e del coordinamento nazionale. Pur avendo in passato criticato il malvezzo dei giornali di attribuirmi virgolettati e pensieri mai espressi, credo che la responsabilità non sia più solo della stampa ma di chi la usa per giochi di potere personali, per cercare di indebolire chi, proprio come l’on. Verdini, si è speso e si spende giorno per giorno per costruire la struttura del Popolo della Libertà, lavoro storico e difficile, difendendolo con determinazione dagli attacchi esterni e, magari, interni. Per cercare di colpire un galantuomo come l’on. Verdini si rischia di incidere negativamente su un risultato elettorale che si annuncia in ogni caso come ampiamente positivo. Confermo quindi a Denis Verdini la mia amicizia e la mia piena fiducia".
Silvio Berlusconi
sabato 20 febbraio 2010
Silvio: "Ricominceremo da capo"
venerdì 19 febbraio 2010
Carlo Maccari: più Mantova in Lombardia.
Il bilancio che ne posso trarre, al di là degli aspetti emotivi ed emozionali, è certamente positivo. Non c’è dubbio che la Regione oggi rappresenta il crocevia più importante per le attese dei nostri cittadini. Lo slogan che ho scelto per la mia campagna elettorale “Il cittadino ha sempre Regione”, che peraltro ha fatto molto discutere (è finito in onda persino al Tg2), intende esattamente rappresentare il ruolo ormai centrale di questa giovane ed ancora sconosciuta istituzione. Il cittadino si misura costantemente con bisogni che sono diventati negli anni di competenza, a volte esclusiva, proprio della Regione. Che si parli di sanità, di agricoltura, di piccola e media impresa, di politiche sociali e per la famiglia, di infrastrutture ed altro ancora. Ecco quindi l’esigenza di concentrare su questo organo istituzionale l’attenzione necessaria.
La nostra è una Regione importante non solo per gli indicatori socio economici e di sviluppo, per la peculiarità del numero di associazioni di volontariato e sportive, ma anche per il rilevante numero dei suoi abitanti, quasi 10 milioni. A significare e farci immaginare quali e quante siano le caratteristiche e molteplici sfaccettature di questo territorio. Ecco quindi la necessità di interpretare con tenacia il ruolo di rappresentante della “Bassa Lombardia”. Quando si dice da più parti che occorre avere più Mantova in Lombardia, in effetti si intende proprio questo. In questi anni mi sono impegnato esattamente in questo ruolo: valorizzare la storia, la tradizione e la tipicità dei nostri territori. L’ho fatto insieme alle amministrazioni comunali, alle associazioni di categoria ed a tanti cittadini che hanno messo a disposizione tempo e volontà. Sul mio sito internet, http://www.carlomaccari.it/, potete trovare alcuni esempi delle cose fatte. Mi metto ancora a disposizione. Mi ricandido. Se riterrete utile la mia rielezione, votatemi. Altrimenti nessun problema. Amici come prima.
giovedì 18 febbraio 2010
Prestiti, guida all'uso consapevole.
mercoledì 17 febbraio 2010
Siamo molto poveri o molto evasori?
martedì 16 febbraio 2010
Mancanza di valori morali e relativismo.
Ti proponiamo alcuni spunti di discussione proposti da Mariastella Gelmini e Sandro Bondi sul tema dei cattoliici impegnati in politica.
Tutti coloro che sono impegnati in politica, e in modo particolare i cattolici che militano in diversi schieramenti politici, hanno il dovere di non far cadere nel vuoto le parole illuminanti di S.E. il Cardinale Angelo Bagnasco, contenute nella sua prolusione nel corso dei lavori della Conferenza episcopale italiana. Quanto più difficili sono le condizioni del Paese e l’impegno necessario a farvi fronte per assicurare un futuro migliore al nostro Paese, tanto più è necessario promuovere una nuova generazione di esponenti politici, “onesti e competenti”, secondo l’auspicio formulato recentemente anche dal Santo Padre, capaci di agire in coerenza con l’insegnamento della Chiesa e a favore degli interessi generali del nostro Paese. L’Italia ha bisogno di profonde riforme per superare i suoi storici ritardi, per mettersi al passo con lo sviluppo, ma questa convinzione si accompagna alla fiducia nel popolo italiano, alla fiducia nei confronti di una società che non è il luogo della virtù ma neppure del menefreghismo o del qualunquismo, come pensano alcuni influenti ambienti politici e culturali. Anzi, la crisi economica che abbiamo attraversato ha dimostrato che il nostro sistema sociale, i valori della nostra tradizione, quel tessuto multiforme di cui da anni parla De Rita nelle sue ricerche, hanno dato vita ad una struttura più robusta e più sana di quanto non si creda. Questa crisi, infatti, non è la crisi del capitalismo o del mercato: ma è scaturita dall’assenza di regole, anzi dalla violazione delle regole, dalla mancanza di valori morali condivisi e di un fine sociale e umano dello sviluppo. Questo spirito, questo pensiero non è un’ideologia, è quanto di meglio hanno espresso le culture democratiche del nostro tempo, soprattutto la dottrina sociale della Chiesa: la convinzione che anche l’economia deve avere una finalità, di carattere sociale, umano, spirituale, che nessuno può essere lasciato solo, soprattutto quando soffre. Nella sua ultima ultima enciclica (Caritas in Veritate), il Santo Padre lo ha ricordato con una ricchezza di argomenti e di prospettive sulle quali laici e credenti sono chiamati a riflettere, se vogliono umanizzare la società in cui viviamo. L’attuale crisi ha certamente restituito un ruolo allo Stato, come garante delle regole, ma sarebbe un errore pensare ad un ritorno ad un ruolo centrale dello Stato come fu dopo la grande crisi del 1929, che influenzò anche la cultura cattolica. Non a caso, la crisi economica e i necessari interventi dello Stato non hanno coinciso con l’affermarsi delle posizioni della sinistra in tutta Europa. Ciò perché la crisi pone questioni nuove che né lo Stato né politiche liberiste incentrate sulla totale libertà dell’individuo possono risolvere. Questa visione della società si fonda su una concezione personalista e comunitaria frutto dell’incontro fra la tradizione del cristianesimo e quella del socialismo umanitario e liberale, oltre che dell’apporto di tutte quelle tradizioni che hanno valorizzato la dimensione personale e sociale dell’uomo. Questa visione dell’uomo e della società rifugge dalle ideologie, ma continua a coltivare la speranza di un cambiamento, cioè di una umanizzazione della società; è anche una identità che non abbraccia né l’ideologia del relativismo né quella - altrettanto preoccupante - dell’accettazione della realtà così com’è, ma nello stesso tempo non condanna la realtà e l’uomo moderno sulla base di principi assoluti. Questa identità ha un nucleo di valori forti e unitari (non di tradizioni che semplicemente si giustappongono), di ideali che tendono a calarsi nella realtà e a trasformarla, ma nello stesso tempo è compassionevole, caritatevole nei confronti dell’uomo e delle sue contraddizioni, aperta al dialogo e alla comprensione delle ragioni degli altri. Come non essere d’accordo con Papa Benedetto XVI quando scrive che “un Cristianesimo di carità senza verità può venire facilmente scambiato per una riserva di buoni sentimenti, utili per la convivenza sociale, ma marginali. Senza la verità, la carità viene relegata in un ambito ristretto e privato di relazioni. E’ esclusa dai progetti e dai processi di costruzione di uno sviluppo umano di portata universale”. Nello stesso tempo, “non possiamo sempre gridare forte la verità. Essa presuppone amore e sensibilità. Gli esseri umani sono più che mai in cerca di sollievo e aiuto nel dialogo”. Il mondo cattolico rivendica un pensiero di verità, che si accompagna però alla comprensione per l’uomo, per le sue sofferenze, le sue domande.Questa identità complessa e aperta ci spinge sul piano politico ad un’azione che punti innanzitutto a superare le divisioni, le fratture, gli steccati, nella sfera della società dell’economia della politica, della cultura per creare le condizioni di un’Italia più coesa, più unita, più solidale.Il primo compito riguarda proprio la sfera del confronto politico, sempre più contrassegnato da un clima di contrapposizione radicale e di demonizzazione nei confronti degli avversari politici.Un Paese moderno ha bisogno al contrario di superare queste contrapposizioni ideologiche e di puntare ad una democrazia nella quale il confronto si misura sui contenuti e sui programmi, a partire da un riconoscimento reciproco di legittimità e sulla base della condivisione di valori comuni.
lunedì 15 febbraio 2010
Micropagamenti, bollette al supermercato dal 1° marzo.
Arrivano micropagamenti. La data di partenza è fissata per il prossimo 1° marzo. È stato pubblicato, infatti, sul supplemento speciale alla Gazzetta Ufficiale 36 del 13 febbraio 2010 il dlgs 11 del 2010, con il quale viene recepita la direttiva comunitaria sui sistemi di pagamento.
Lo scopo dell’intero pacchetto normativo è quello di creare un mercato unico europeo dei servizi di pagamento al dettaglio, dando la possibilità di accedere a un più vasto spettro di sistemi di pagamento elettronici per gli importi di piccola entità e anche un’accelerazione dei bonifici bancari.
Il decreto introduce una serie di norme che prevedono una serie di sistemi di tutela e di attenuazione della responsabilità per le parti deboli (consumatori finali e microimprese). E’ previsto, infatti, il rimborso degli importi pagati in caso di utilizzo non autorizzato del mezzo elettronico di pagamento.
Inoltre sono attenuati gli obblighi delle parti con riferimento agli importi inferiori ai 30 euro per singole operazioni e 150 euro come limite complessivo di spesa. Una semplificazione che richiederà maggiore attenzione da parte dei consumatori. Da segnalare che, come spiegava la relazione governativa, inviata in Parlamento per il parere alla bozza di Dlgs varata dal Governo il 28 ottobre 2009, per favorire lo sviluppo della moneta elettronica, è stata esercitata la deroga fino a 500 euro per le carte prepagate.
Ma fra tutte le novità, sicuramente la “scossa di terremoto” per gli utenti riguarda la nascita degli "istituti di pagamento", nuovi attori sulla scena delle transazioni monetarie. Si tratti di soggetti commerciali, come compagnie telefoniche, supermercati, stazioni di rifornimento ecc., che alla loro normale attività potranno affiancare anche l'offerta di servizi di pagamento, finora prerogativa esclusiva delle banche. Si apre un nuovo mondo. Un'ampia categoria di operatori - iscrivendosi a un apposito albo e sotto il controllo diretto della Banca d’Italia - potrà affiancarsi agli istituti di credito nell'offerta di servizi come la gestione dei conti di pagamento, gli addebiti diretti, i bonifici, le operazioni con carte di pagamento, le rimesse di denaro e anche la concessione di prestiti.
Le suonerie di Formigoni.
Facciamo in modo che le suonerie di Roberto Formigoni diventino la nostra campagna elettorale.
Passiamo la parola, anzi la musica di Roberto Formigoni.
giovedì 11 febbraio 2010
Stop ai pollai in TV.
mercoledì 10 febbraio 2010
Caso Eluana, un anno dopo.
lunedì 8 febbraio 2010
Dal governo aiuti a quasi 5 milioni di famiglie.
Si tratta di un bonus, un contributo una tantum variabile fra un minimo di 200 e un massimo di 1000 euro, a seconda della condizione di reddito del richiedente, da distribuire alle famiglie meno abbienti. A fine 2009 l’Agenzia delle Entrate ha ricevuto circa 5 milioni di richieste, per un miliardo e 685 milioni di euro. Il 95,2% delle domande presentate è stato accettato, e le Entrate hanno pagato durante il 2009 quasi un miliardo e mezzo di euro.
Non si tratta, tuttavia, della cifra definitiva. La fetta conclusiva dei bonus richiesti, ad esempio tramite il modello Unico (quando non utilizzati in compensazione delle imposte da versare), sarà pagata molto presto, entro il prossimo mese di marzo: in queste settimane si stanno concludendo i controlli incrociati del Fisco per riscontrare eventuali irregolarità, quindi saranno versati gli importi.
Il termine ultimo per la richiesta del bonus era stato fissato al 30 settembre 2009. Con l’esame delle ultime domande, il mese prossimo - si legge nel sito FiscoOggi, la rivista telematica dell’Agenzia delle Entrate - si concluderà dunque il pagamento. Alla fine dell’operazione bonus, prevedono le Entrate, lo Stato avrà versato circa 1,6 miliardi di euro ai cittadini più deboli.
Il successo del bonus famiglia conferma la scelta tempestiva compiuta dal governo proprio mentre si manifestavano i segnali di crisi economica: una politica economica concentrata sul sostegno alle famiglie, alle fasce di cittadini più deboli ed ai pensionati, ai lavoratori delle imprese in difficoltà attraverso il rafforzamento degli ammortizzatori sociali.
Il bonus famiglia, infatti, era stato varato con il decreto legge «anticrisi» del 29 novembre 2008, accompagnato da altre misure per aiutare i nuclei familiari ad affrontare la crisi che già si manifestava sui mercati internazionali, con conseguenze pesanti sull’economia reale. In precedenza, con la manovra estiva, il ministro dell’Economia Giulio Tremonti aveva anche istituito la cosiddetta social card, una carta acquisti da 120 euro valida per i mesi di ottobre, novembre e dicembre 2008, più 80 euro per i mesi di gennaio e febbraio 2009, con possibilità di ulteriori «ricariche». Quest’ultimo intervento si indirizzava alla fascia più bisognosa della popolazione, in particolare i pensionati al minimo: ne avevano diritto i cittadini oltre i 65 anni, con reddito non superiore ai 6mila euro, e i genitori di bambini d’età inferiore ai tre anni.
Diversa, invece, la ratio del bonus famiglia. Si è trattato di un contributo una tantum alle famiglie (ma allargato anche ai pensionati soli, con reddito fino a 15mila euro), del valore variabile fra i 200 euro e i 1000 euro. L’entità del contributo variava rispetto al reddito complessivo familiare ed al numero dei componenti del nucleo: per ottenere il massimo, mille euro appunto, il nucleo familiare doveva superare i 5 componenti, mentre il reddito (2007 o 2008, a scelta del richiedente) non doveva superare i 22mila euro, la somma cresceva fino a 35mila euro se in famiglia vi erano figli portatori di handicap.
venerdì 5 febbraio 2010
Roberto Formigoni, uno di noi.
Scrivi al 3341802807
Il governo approva la riforma dei licei.
SEI LICEI - La riforma spazza via gli attuali 396 indirizzi sperimentali, i 51 progetti assistiti dal ministero e le tantissime sperimentazioni attivate e propone sei licei: il liceo artistico, articolato in tre indirizzi (arti figurative, architettura-design-ambiente, audiovisivo-multimedia-scenografia); il liceo classico (sarà introdotto l'insegnamento di una lingua straniera per l'intero quinquennio); il liceo scientifico (oltre al normale indirizzo le scuole potranno attivare l'opzione scientifico-tecnologica, dove salta il latino); il liceo linguistico (tre lingue straniere, dalla terza liceo un insegnamento non linguistico sarà impartito in lingua straniera e dalla quarta liceo un secondo insegnamento sarà impartito in lingua straniera); il liceo musicale e coreutico, articolato appunto nelle due sezioni musicale e coreutica (inizialmente saranno istituite 40 sezioni musicali e 10 coreutiche); infine, il liceo delle scienze umane che sostituisce il liceo sociopsicopedagogico portando a regime le sperimentazioni avviate negli anni scorsi (le scuole potranno attivare un'opzione sezione economico-sociale, dove non è previsto lo studio del latino).
IL LATINO - Il latino è presente come insegnamento obbligatorio nel liceo classico, scientifico, linguistico e delle scienze umane e come opzione negli altri licei. È previsto un incremento orario della matematica, della fisica e delle scienze «per irrobustire - spiega il ministero - la componente scientifica nella preparazione liceale» degli studenti (gli insegnamenti di fisica e scienze possono essere attivati dalle istituzioni scolastiche anche nel biennio del liceo classico). C'è un potenziamento delle lingue straniere con la presenza obbligatoria dell'insegnamento di una lingua straniera nei cinque anni ed eventualmente di una seconda lingua straniera usando la quota di autonomia. Le discipline giuridiche ed economiche si studieranno sia nel liceo scientifico (opzione tecnologica), sia nel liceo delle scienze sociali (opzione economico-sociale) mentre negli altri licei potranno essere introdotte attraverso la quota di autonomia. Infine, «per essere al passo con l'Europa», è previsto l'insegnamento, nel quinto anno, di una disciplina non linguistica in lingua straniera. Tutti i licei prevedranno 27 ore settimanali nel primo biennio e 30 nel secondo biennio e nel 5ø anno, ad eccezione del classico (31 ore negli ultimi tre anni), dell'artistico (massimo 35), musicale e coreutico (32).
martedì 2 febbraio 2010
Berlusconi in Israele.
lunedì 1 febbraio 2010
Generazione PDL a Mantova.
Basta con le alchimie del 70 a 30. Basta con le valutazioni delle provenienze culturali. Tu sei ex FI? Ma per la precisione, anima riformista socialista o provieni dal mondo democristiano? E voi, invece, provenite da AN? Finiani o Larussiani?
Sedetevi ad ascoltare una conversazione del neonato PdL ed il dialogo che emerge è esattamente quello che ho sopra citato.Il nostro partito nasce dal grande consenso elettorale che l’intuizione del Presidente Berlusconi raccoglie dalle ultime elezioni politiche, ma è totalmente privo della struttura organizzativa, prima, e culturale, poi, per gestire un fenomeno di tale portata. Decine di milioni di italiani abbracciano un’idea la cui realizzazione sconta difficoltà e diffidenze, intoppi e burocrazia.
Adesso basta.
Ci siamo stancati di circolari incomprensibili e di ragionamenti al “bilancino”.
Dopo il convengo di Arezzo, vogliamo affermare anche a Mantova la “Generazione PdL”.
Il merito maturato sul campo deve prendere il posto delle ormai inaccettabili posizioni di “corrente”, ascoltando in maniera inequivocabile l’assegnazione degli incarichi di partito che i cittadini hanno espresso con i loro voti.
Mi riferisco in larga parte a coloro che oggi appartengono alla vasta schiera degli eletti negli enti locali.
Sindaci, assessori, consiglieri comunali e provinciali, che alla recente tornata elettorale hanno raccolto consensi in località le quali, fino a poco tempo fa, erano proibitive. Loro rappresentano l’avanguardia di un nuovo impegno del centrodestra.
La “palestra” dell’impegno nell’ente locale, proteso allo sviluppo del territorio e al soddisfacimento dei bisogni dei cittadini diventa un importante gesto d’amministrazione. Tuttavia, se ben coordinato dal confronto, dallo studio e dall’approfondimento con circoli ed associazioni culturali d’area, diventa anche il primo passo nell’apprendimento di quella cultura della politica che senza le vecchie scuole di partito non è possibile avere.
Da queste persone dobbiamo partire. Con questo metodo ci dobbiamo confrontare.
Carlo Maccari