giovedì 18 febbraio 2010

Prestiti, guida all'uso consapevole.

Comprare oggi per pagare domani. Ovvero il credito al consumo. Un’abitudine che, dopo anni di crescita ha subito una forte frenata negli ultimi due anni. L’anno appena trascorso ha registrato un – 11% rispetto al 2008.Non solo. Gli italiani, sono dati recenti rivelati da un’indagine Eurisko, continuano a mantenere una forte propensione al risparmio. Questo non significa che gli acquisti a rate siano scomparsi, anzi. Ma chi la fa deve essere consapevole di quali sono le regole del gioco e qual è il vero prezzo da pagare.
Prima regola: chi ricorre al prestito deve legge bene il contratto.
Il contratto di finanziamento deve essere sempre redatto in forma scritta, altrimenti non è valido. Poi, tra le diverse clausole si deve prestare attenzione soprattutto:
• al soggetto che eroga il prestito: può essere sia una banca sia una società finanziaria. In ogni caso deve essere un intermediario autorizzato dalla Banca d'Italia. Sul sito di Bankitalia è possibile consultare l'elenco degli intermediari;
• all’importo da pagare e all’acconto già versato;
• al numero delle rate da pagare, all’importo di ciascuna rata e alla scadenza;
• alla finalità per cui è concesso il finanziamento. Questo è un punto importante perché pochi sanno che non esiste un legame tra acquisto e prestito. La cosa può avere una spiacevole conseguenza: se il finanziamento è stato ottenuto per acquistare un televisore e questo successivamente si guasta, non è possibile sospendere i pagamenti. Il debito va comunque estinto (chiaramente è possibile chiedere al venditore la riparazione o la sostituzione del prodotto difettoso);
• alle condizioni aggiuntive: penali per il ritardo o il recesso, coperture assicurative;
• agli eventuali oneri aggiuntivi, come i costi di istruzione della pratica.
Secondo regola: capire il vero tasso d'interesse.
L'ultimo punto dell'elenco precedente pone un'altra questione, forse la più importante: qual è il vero tasso d’interesse applicato. Essendo l’elemento attorno al quale ruota il profitto per il finanziatore e l’onere per l’acquirente, merita un particolare approfondimento.Nei prestiti, i tassi d’interesse indicati sono due:
• il Tan (Tasso annuo nominale) e
• il Taeg (Tasso annuo effettivo globale).
Il reale costo del finanziamento - e quindi il parametro da prendere in considerazione - è il Taeg. Mentre il Tan indica solo il tasso d'interesse nominale applicato al prestito, nel calcolo del Taeg sono considerati anche i costi ulteriori come le spese di istruzione della pratica, le commissioni d'incasso ecc. Tutti questi costi andranno ad aumentare il costo effettivo dell'indebitamento. Il Taeg deve essere indicato per legge. Quindi, quando viene pubblicizzato un finanziamento a "interesse zero", bisogna sempre verificare se ci si riferisce al Taeg o al Tan. Solo nel primo caso l'interesse sarà davvero "zero".

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