mercoledì 10 febbraio 2010

Caso Eluana, un anno dopo.

"Il nostro auspico e’ che il vuoto che si e’ prodotto con il caso di Eluana Englaro venga colmato da una decisione parlamentare che riconosca come l’idratazione e l’alimentazione artificiale costituiscano la risposta ai bisogni elementari della persona e non siano invece terapie. L’approccio del governo e’ stato laico e il suo intervento si e’ ispirato al principio della precauzione della cautela, del dubbio". Lo ha affermato il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, che è intervenuto a Lecco in occasione della giornata della memoria in ricordo della ragazza spentasi un anno fa:"Lo stato vegetativo non c’entra con la regolazione della fine vita’, perche’ non riguarda terapie ne’ persone in fin di vita. Questo lo dice la convenzione Onu sulla disabilita’, lo dice il parlamento, e non solo la maggioranza, ma anche parte del Partito democratico. La gran parte dei parlamentari sono convinti che l’idratazione e l’alimentazione artificiale non costituiscano terapie". Il nostro Sacconi ha anche annunciato l’impegno di realizzare in tutte le regioni cure adeguate per le persone che sono in gravi condizioni di disabilita’, con l’auspicio che non si creino differenze tra l’assistenza al nord e al sud. "Dobbiamo proseguire la via dell’indagine sulla vita muovendo dalla condizione del suo valore. La vicenda di Eluana ci insegna che dobbiamo assolutamente riconoscere il valore della vita. Il tema della vita e il suo confine con la morte, non possono essere oggetto di posizioni esasperate ma di riflessioni" che partano dal riconoscimento del valore della vita. Il ministro, prima della conferenza stampa in prefettura, si e’ recato per una visita privata alla casa di cura Beato Luigi Talamoni, dove ha incontrato le suore misericordine che per quattordici anni si sono occupate della giovane donna in stato vegetativo. A loro ha consegnato un messaggio del presidente del Consiglio.

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