lunedì 22 novembre 2010

Bocchino lancia la battaglia sul marchio? Ma stiamo scherzando?

La guerra si sposta sul "marchio registrato" si legge sui giornali. Bocchino vuole vietare a Berlusconi di usare nome e simbolo del Pdl. "Simbolo e nome del Pdl sono in comproprietà con Fini e non può usarli". Ma sul sito ufficiale della Ue che tutela marchi e brevetti registrati in Europa accanto al marchio Popolo della Libertà è scritto: "Nome del titolare: Silvio Berlusconi". Così è, anzi ai marchi del Pdl (plurale), perchè ce ne sono cinque versioni, con diciture leggermente diverse, ma tutti intestati al premier. Ma Bocchino non si arrende: "C’è un atto siglato davanti al notaio Bacchetti in cui si evince chiaramente che il titolare del simbolo del Pdl è Berlusconi, ma che lui stesso ha ceduto l’utilizzo del simbolo e del nome all’associazione del Popolo della Libertà della quale fa parte Gianfranco Fini". Insomma, per il capogruppo di Fli a Montecitorio non ci sono dubbi sulla titolarità del simbolo, che appartiene al Cavaliere. Ma ci sono dei vincoli per il suo utilizzo: "Fino al 31 dicembre del 2014 non lo può usare senza il consenso di Fini visto che secondo l’atto costitutivo dell’associazione del Pdl serve l’unanimità di un organo in cui oltre a Fini sono presenti altri due esponenti del Fli: questo c’è scritto nell’atto firmato davanti al notaio".

Questo è veramente il colmo! Bocchino (così precisino…) non ha notato una stortura sul fatto che esponenti del nuovo Fli accampino pretese sul vecchio Pdl? Cioè che esponenti di un partito neo-costituito rivendichi titolarità su un partito di cui non fanno più parte? Secondo la logica delle cose una volta dimessi da una qualsiasi associazione (soprattutto politica) se ne perdono tutti i diritti. E’ come se un membro della bocciofila della parrocchia una volta dimessosi volesse ancora influire sulla bocciofila stessa. E’ un contro senso! Se lo stesso Bocchino ha ammesso che la titolarità del simbolo appartiene a Silvio Berlusconi cosa vuole ancora dal Pdl da dimissionario quale è?

Il paradosso semmai da contestare è il caso Fini, che è (primo nella storia della Repubblica) cofondatore di due partiti coesistenti. Fini non può continuare ancora per molto a tenere un piede in due scarpe. O è iscritto al Pdl o è iscritto al Fli e se si ritiene iscritto al Fli non ha più alcun diritto sul Pdl, sul marchio, sul nome, ecc., ecc.

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