mercoledì 3 novembre 2010

Chiuso il caso Ruby.

Il colpo di scena arriva alle cinque di pomeriggio, in una Procura dove già si aggirano le donne delle pulizie. Ma è invece Edmondo Bruti Liberati, procuratore della Repubblica, a dare un brusco colpo di spazzolone ad un pezzo rilevante del «Rubygate», l’indagine nata dai racconti della giovane marocchina sulle sue frequentazioni nella villa di Silvio Berlusconi. Da giorni, sui giornali e in Parlamento non si parlava d’altro che della telefonata con cui Berlusconi, la sera del 27 maggio, intervenne sui vertici della questura milanese, dove «Ruby» - ovvero Karima Rashida el Marhug - era stata portata. Come è noto, andò a finire che la diciassettenne «Ruby» venne consegnata alla consigliera regionale del Pdl, Nicole Minetti. Un abuso, un trattamento di favore, una truffa perpetrata dalla polizia su ordine del capo del governo, all'insaputa della Procura dei minori? Niente di tutto questo, dice Bruti Liberati: «A conclusione delle indagini abbiamo accertato che la fase dell’identificazione, del fotosegnalamento e dell’affidamento della giovane marocchina furono correttamente eseguite». Fine.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Probabilmente siete i residui del passato, e tra poco ve ne andrete a c.. a casa con il vostro pupazzo di palstica!
Saluti