lunedì 10 settembre 2012

Monti a Sarajevo per meeting religioni comunità Sant'Egidio

Una crisi non solo economica quella che attraversa l'Europa, ma "più profonda" che rischia di trasformare un "fattore unificante" come la moneta unica europea, in "fonte di nuove divisioni o di nuove linee di frattura".
Imponendo, pertanto, "la sfida dell'imparare a costruire una società che viva e si alimenti delle diversità", al di là delle sole ricette economiche alla crisi. E' un forte appello all'unità quello che il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha ribadito domenica da Sarajevo - dove ricorre il ventennale dell'inizio della guerra fratricida bosniaca del 1992-95 - intervenendo ai lavori di apertura dell'incontro annuale tra le religioni del mondo, organizzato dalla comunità Sant'Egidio.
I tempi che stiamo vivendo sono tempi di crisi, di certo non solo economica e finanziaria, si tratta di una crisi più profonda di quanto si pensi, che mina le basi di quell'umanesimo attorno al quale è nata e si è sviluppata la costruzione europea" ha detto Monti. Notando come popoli e nazioni europei "siano arrivati al punto più alto del percorso di integrazione, esprimendo un unico messaggio e un'unica moneta, per poi sembrar aver smarrito, mi auguro solo temporaneamente, il del senso del loro agire insieme".
In tale quadro, "combattere la crisi non è semplice", ha detto Monti anche alla luce della sua "esperienza diretta in questo periodo di governo nazionale". La questione "non è soltanto quella di mettere a posto i conti, ma di risvegliare nel Paese una voglia di crescere, di ottimismo e di fiducia nel futuro", ha indicato il presidente del Consiglio.
Il presidente del Consiglio ha proseguito il suo ragionamento sulla crisi di valori della società europea notando come "l'euro che rappresenta un fattore unificante da preservare, il pinnacolo più alto di quella costruzione gotica magnifica che è l'Europa, ha rischiato, forse ancora rischia, di diventare fonte di nuove divisioni e fratture".
In tale quadro "il senso profondo dell'azione europea che si sta compiendo non è quindi solo quello della ricerca di soluzioni tecnico politiche, ma è prima di tutto quello di recuperare quel comune sentire, basato su grandi valori positivi della tradizione europea, solidarietà, tolleranza, ricerca del bene comune". Così declinata la globalizzazione potrà essere vissuta dall'Europa "non solo senza paura, ma anzi come un'opportunità per tornare a occupare un posto di primo piano sulla scena mondiale", ha detto Monti, alla presenza anche del presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy.
Parole quelle del presidente del Consiglio, dall'accresciuto valore simbolico perché pronunciate a Sarajevo, città simbolo dei conflitti che hanno segnato la Storia contemporanea del continente. "Nella nostra Europa i Balcani sono da sempre luogo simbolo della mescolanza tra i popoli", ma anche "della sofferenza, della difficoltà e della necessità dell'incontro" ha osservato Monti. Il quale ha ringraziato per il suo impegno nel dialogo religioso, la Comunità Sant'Egidio "questo faro nel mondo che rende l'Italia orgogliosa di esserne sede" ha sottolineato Mario Monti.

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