venerdì 20 luglio 2012

il social lending fa concorrenza alle banche.

In inglese social lending, in forma ibrida prestito peer-to-peer, in italiano prestito tra privati.
Si affaccia nel nostro Paese qualche anno fa, come sistema per ottenere liquidità tra privati e oggi sta assumendo le connotazioni di un vero e proprio modello finanziario.

Le ragioni del successo sono evidenti: le banche, a corto di liquidità, erogano prestiti con difficoltà, imponendo sovente condizioni difficili; il prestito tra privati mette in contatto direttamente creditore e contraente, i tassi del prestito sono mediamente inferiori di due punti percentuali rispetto a quelli degli istituti di credito e il servizio è aperto anche ai lavoratori atipici, cioè persone assunte con contratto a progetto o a tempo determinato. Viceversa, chi presta denaro percepisce una quota di interessi più favorevole rispetto a quella proposta dal mercato bancario (quasi il doppio rispetto ai conti deposito e ai Btp) e considera il sistema una forma di investimento assai remunerativa.

COME FUNZIONA
Il prestito tra privati non è un sistema “fai da te”. Si tratta di un servizio erogato online da società accreditate, attraverso piattaforme vigilate da Banca d'Italia, che predispongono strumenti di sicurezza per tutelarsi da rischi di insolvenza e per recuperare eventuali crediti inevasi. Ogni utente che richiede un prestito viene classificato in base al livello di affidabilità, in modo del tutto simile a quello assegnato dalle banche: più il livello è basso e più i tassi di interesse dovrebbero essere alti per compensare il rischio assunto dal contraente.
Chi stabilisce il valore del tasso? La quota viene decisa attraverso un meccanismo di asta online in cui chi dà denaro fissa il proprio obiettivo di rendimento e colloca la propria offerta, tenendo conto della rischiosità prevista per le varie tipologie di debitori. Per ridurre il rischio di insolvenza inolte, il sistema 'spalma' il credito erogato tra diversi soggetti creditori (30 o 50 a seconda della società intermediaria).
La possibilità di incontro tra la domanda di prestiti e l'offerta di denaro liquido rimane aperta 24 ore al giorno e i tempi per ottenere un prestito possono essere brevissimi (soprattutto se confrontati con la prassi bancaria).
I creditori non possono conoscere in nessun caso il nome dei debitori, ma nel loro profilo trovano i dettagli del progetto per il quale è richiesto il finanziamento. Si alimenta così l'aspetto 'emozionale' del social lending: le persone sono coscienti di come viene impiegato il loro denaro.

GLI OPERATORI E I NUMERI
Zopa, nata da un franchising con l'omonima società britannica, è stata la prima piattaforma ad avviare il servizio in Italia, nel 2008. Costretta a sospendere l'attività da Bankitalia, riapre i battenti online la scorsa primavera, con nuovo imprimatur, col nome di Smartika. Da un paio d'anni in Italia opera anche Prestiamoci. Secondo le cifre riportate da Il Sole 24 Ore, Prestiamoci ha erogato 1,15 milioni di euro per un totale di 238 prestiti. Smartika da quando è difatti ripartita ha erogato finanziamenti superiori a 828mila euro per un totale di 131 prestiti.  Le insolvenze, secondo gli operatori del settore sono nell'orbita del 2-3%. Le società intermediarie prevedono una commissione sulla transazione, a carico di entrambi i soggetti (contraente e creditore).

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