giovedì 21 gennaio 2010

Libertà economica: Italia 74esima per colpa di incompetenza, fisco e corruzione.

L'indice è stato elaborato da Heritage Foundation e Wall Street Journal, in collaborazione con l'Istituto Bruno Leoni per l'Italia.

Il nostro paese è "libero" al 62,7%: 1,3 punti in più dello scorso anno che ci consentono di passare dal 76esimo al 74esimo posto, ma il miglioramento, secondo gli autori dell'Indice "riflette modesti avanzamenti nella libertà di scambio e nella libertà di investimento". E si aggiunge che "la libertà economica complessiva dell'Italia è ridotta da una gestione inefficiente delle finanze pubbliche, una corruzione diffusa, e un elevato carico fiscale". In Europa, peggio dell'Italia si piazza solo la Bulgaria (75esima col 62,3%). Va fatta una precisazione: l'indice rivela un'ideologia ben precisa, totalmente contraria alle politiche keynesiane (John Maynard Keynes ha sostenuto la necessità dell'intervento pubblico nell'economia con misure di politica fiscale e monetaria, qualora una insufficiente domanda aggregata non riesca a garantire la piena occupazione) e all'intervento statale in economia. Secondo gli autori, giusto per fare un esempio, i pacchetti di stimolo anticrisi sono più dannosi che utili. Si legga per esempio quanto dice Alberto Mingardi, direttore generale dell'Istituto Bruno Leoni: "Siamo oggi un Paese economicamente più libero non per nostra virtù ma per vizio altrui. Viene premiato, con un piccolo segnale positivo, il buon senso di non aver messo in atto costosi piani di stimolo, ritornando a insostenibili posizioni keynesiane. Ma non è certo possibile accontentarsi. C'è una lunga china, tutta da risalire. E investire oggi sulla libertà economica è fondamentale per potere finalmente uscire dalla spirale del declino". Per elaborare l'indice si analizzano dieci indicatori, che vengono calcolati annualmente per 179 Paesi. Nel 2010, le prime posizioni restano appannaggio di quattro paesi dell'Asia e del Pacifico (Hong Kong, Singapore, Australia e Nuova Zelanda). Il Regno Unito scende sotto la decima posizione, e gli Stati Uniti calano all'ottava posizione, come conseguenza delle politiche interventiste assunte in funzione anticrisi. Tra le venti maggiori economie, in effetti, gli Usa sono quella che ha conosciuto la contrazione più grave della libertà economica (2,7 punti in meno del 2009), mentre la Polonia ha compiuto il passo avanti più significativo (+2,9%). Per quel che riguarda l'Europa, l'Irlanda si conferma il paese più libero a livello Ue (quinto posto, 81,3%), nonostante la perdita di 0,9 punti percentuali, seguita dalla Danimarca (77,9%, nona posizione) e dal Regno Unito (76,5%, undicesimo). Tra i grandi Stati membri dell'Ue, la Germania è 23esima col 71,1%, la Spagna 36esima col 69,6%, la Francia 64esima col 64,2%.

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