mercoledì 16 febbraio 2011

Ma bravo Renzi!



Nel giorno del rinvio a giudizio di Silvio Berlusconi per il caso Ruby, un buffetto affettuoso gli arriva da Matteo Renzi, sindaco di Firenze, leader (ma lo è ancora?) dei "rottamatori" del Pd, criticatissimo per essere andato a pranzo ad Arcore per chiedere al capo del governo maggior peso per Firenze nel milleproroghe.

Renzi, presentando il suo libro Fuori!, ha detto: "Nessuno è come Silvio Berlusconi, più di Silvio Berlusconi, depositario di un amore sconfinato. In tanti mi dicono che dovrei essere più antiberlusconiano. Ma io non riesco a odiare Berlusconi, neanche sforzandomi. Non ce la faccio. E’ più forte di me”.

Il sindaco dice che la sua sia "la reazione a un atteggiamento di antiberlusconismo viscerale che giudico dannoso più che inutile”. Quindi, fiato di nuovo alla rottamazione: "Mandare a casa i nostri mi pare la precondizione indispensabile per provare a mandare a casa gli altri, un centrodestra che ha saputo vincere tante volte le elezioni senza mostrare quell’effettiva capacità di governo che persino gli elettori berlusconiani oggi rimproverano”. E chiude il libro con questa massima: ”Meglio essere accusati di arroganza oggi che processati per diserzione domani”.

Il suo segretario, Bersani, nel frattempo corteggia la Lega (come fece D'Alema, ottendendo la caduta del primo governo Berlusconi) richiamando, nella sua intervista a La Padania, il lato "popolare e non populista" del partito di Bossi e spingendo sul federalismo. Bossi per ora continua ad essere fedele al premier. Forse Renzi, dopo Arcore, potrebbe andare a Gemonio a dirgli "Ovvìa Umberto, non fare il bischero!" Ne sarebbe di certo capace, come in un copione del suo concittadino Pieraccioni.

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