lunedì 30 novembre 2009

Lo scandalo a luci rosse (e nere)

Il video hard della Mussolini e Roberto Fiore sarebbe stato offerto a Palazzo Chigi agli inizi di settembre al costo di un milione di euro. Lo scandalo a luci rosse, o meglio, a luci nere prende contorni sempre più scabrosi e per certi versi simili al caso Marrazzo. Con una grossa differenza che non è sfuggita ai più attenti: nel caso del video-Mussolini, l'atteggiamento di Palazzo Chigi è stato meno "informale": anziché avvertire la diretta interessata dell'esistenza di queste immagini compromettenti (come fatto nel caso Marrazzo), è stata contattata la magistratura e ora la Procura di Roma indaga per tentata estorsione. Il video, della cui esistenza ormai quasi nessuno dubita più, sarebbe stato consegnato mediante lettera il cui mittente, scrive il Corriere "è stato individuato e perquisito. Ora si tenta di scoprire chi si sia mosso dietro questa vicenda". Il misterioso mittente si cela dietro l'acronimo A.C., un tizio (che si dice essere nella mailing list di Forza Nuova) in difficoltà economiche che sperava in un "aiuto di Silvio Berlusconi" per riappianare i buchi nelle sue casse. A.C. non avrebbe fatto (almeno per ora) agli inquirenti il nome dell'autore del video. limitandosi a definirsi solo "un intermediario". Ora emerge che il soggetto in questione si sia qualificato come produttore televisivo, che abbia avuto guai con la giustizia per truffa e che sia nel giro di Corona.
In pochi mesi due ricatti a sfondo sessuale (al netto delle vicende D'Addario, Topolanek, Noemi, etc. etc.) e una mano che sembra essere piuttosto simile. Qualcuno dalla Capitale ricorda i casi di spionaggio che videro in qualche modo coinvolto l'ex governatore del Lazio Storace proprio contro i principali avversari politici di quel momento. Ma la vicenda, i cui contorni sono ancora avvolti nel torbido, fa venire in mente una domanda: a chi giova tutto questo scompiglio? A voi la risposta.

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